Catania Ispettoria

Lettera n.42 dell’Ispettore

«È il rapporto con Lui a custodirlo, rendendolo estraneo alla mondanità spirituale che corrompe, come pure a ogni compromesso e meschinità […] Come Mosè, [il sacerdote] è uno che si è avvicinato al fuoco e ha lasciato che le fiamme bruciassero le sue ambizioni di carriera e potere. Ha fatto un rogo anche della tentazione di interpretarsi come un “devoto”, che si rifugia in un intimismo religioso che di spirituale ha ben poco […] il nostro sacerdote non è un burocrate o un anonimo funzionario dell’istituzione; non è consacrato a un ruolo impiegatizio, né è mosso dai criteri dell’efficienza […] Non cerca assicurazioni terrene o titoli onorifici, che portano a confidare nell’uomo; nel ministero per sé non domanda nulla che vada oltre il reale bisogno, né è preoccupato di legare a sé le persone che gli sono affidate» (Papa Francesco, Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana, 16 maggio 2016).

Carissimi Confratelli,

di ritorno dalla Tunisia, riprendo i contatti mediante questa lettera che porta la data della solennità di San Giuseppe, patrono della Chiesa e della Congregazione salesiana. Vi porto il saluto dei confratelli che lavorano tra i ragazzi tunisini, chiara testimonianza che il carisma di Don Bosco è più vivo che mai.

Vi comunico che in data odierna è pervenuto da parte del Rettor Maggiore il decreto di nomina di Don Giovanni D’Andrea a Vicario ispettoriale per il I triennio (2018-2021). Mentre auguriamo a Don Gianni buon lavoro nella nostra Ispettoria, avremo modo di dire grazie a Don Lillo Montanti per il servizio reso con sapienza e dedizione in questi cinque anni.

Come al solito, vi propongo qualche spunto di riflessione e vi offro qualche informazione sulla vita ispettoriale, nell’impegno di continuare a venire nelle case e potervi incontrare personalmente in prossimità della Santa Pasqua o immediatamente dopo. Questo è il mio desiderio: Hilshallah! – se Dio vuole!.

  1. Quaresima tempo di Dio… tempo per Dio…

Siamo oramai alle porte della Settimana Santa ed è opportuno che ci interroghiamo come stiamo vivendo il tempo favorevole della Quaresima. È la grande opportunità di ritornare a Dio, sicuri che Egli è disponibile a ritornare a noi, ad accoglierci così come siamo, con i nostri peccati e le nostre fragilità per purificarci e rigenerarci. Egli è il “grande convertito”, deciso a restituirci la dignità perduta e a farci sperimentare la libertà di essere “figli” e segni della Sua paternità in mezzo agli altri, in particolare i giovani. La “conversione” di Dio chiede a noi una inversione di marcia e una trasformazione profonda.

A partire dalla lettera del RM del 16 agosto scorso a chiusura della Visita straordinaria, che costituisce la “carta di navigazione” per la nostra Ispettoria, vorrei che ci confrontassimo con quanto egli indica come primo punto e come priorità – “assoluta” – della nostra vita. Richiama il primo nucleo del CG 27: Mistici nello Spirito. Ce lo ricordiamo o lo abbiamo archiviato? Esso è un punto di non ritorno, unico, necessario, imprescindibile ed ineludibile. Tutto il resto è importante, ma viene dopo. Don Angel così ci sprona:

«Prendete in mano con coraggio e determinazione il primato di Dio perché né l’abitudine dei ruoli né il peso pastorale delle opere vi schiavizzino e vi assopiscano. Il territorio in cui l’Ispettoria vive e testimonia Dio sui passi di don Bosco è molto salesiano, povero, popolare, con sfide pastorali estremamente attuali. Riconosciamo questa benedizione permanente di Dio per attualizzare la testimonianza evangelica in modo concreto e forte. I giovani, la gente, cerca e chiede uomini di Dio. Uomini che testimoniano nella loro vita comune un Amore su cui hanno scommesso tutta la loro vita. Questo è il modo concreto e semplice di prenderci cura delle persone, confratelli per primi, e delle comunità. […] Per questo ti chiedo di continuare a curare il cammino di formazione al primato di Dio dei confratelli e la riflessione sulla testimonianza della nostra vita religiosa comunitaria per la nostra gente. Il cammino della nostra formazione permanente deve esser un chiaro progetto dell’lspettoria».

Nel giro compiuto in tutte le comunità salesiane e opere a conduzione laicale, vedo che il primato di Dio è ben visibile in alcune realtà e in alcuni confratelli, in altre e in altri di meno, e in altre ancora, sembra sotto cenere e, Dio non voglia, spento. In qualcuno di noi confratelli si direbbe assopito e in via di estinzione. Primato di Dio significa ascolto della Parola, obbedienza al suo compimento, quotidiana lode a Dio, richiesta di perdono e domanda fiduciosa di quanto è necessario per la nostra crescita come uomini e consacrati. Ci sono comunità sedute e rassegnate, che vanno a rilento nella passione per Dio e per il suo Regno, e ci sono comunità che non si rassegnano e riprendono continuamente il cammino della conversione a Dio e della riconciliazione. Non esistono comunità e confratelli perfetti, ma in cammino e che non si arrendono di fronte alle tentazioni e alle difficoltà di ogni tipo. La loro forza è la preghiera; l’eucaristia ne costituisce il culmine e la fonte; dal suo mistero tutto riprende vita e tutto ritorna pienamente rinnovato. Il cammino è difficile ma non è impossibile perché Dio continuamente ci sostiene e ci incoraggia ad andare avanti.

Come vorrei che ognuno di noi e ogni nostra comunità vivesse un breve e intenso scrutinium orationis! Ci può essere d’aiuto nel cammino verso la Pasqua una meditazione sulla preghiera di Don Pascual Chavez che allego. Dalla preghiera e dal riconosciuto primato di Dio nasce la comunità e la fraternità a cui vorrò puntare nella prossima lettera come sviluppo della formazione permanente richiesta dal nostro RM e come esplicitazione del cammino che la Congregazione chiede in questi prossimi anni. Si può essere, infatti, profeti di fraternità, solo se si è mistici nello Spirito. Un progetto di vita comunitario – messo per scritto o no – deve poter esprimere questa “grazia d’unità’’.

Permettetemi un secondo rinvio a un documento della Chiesa italiana che forse già conoscete e che farò pervenire per pasqua ai direttori perché ne facciano motivo di riflessione personale e comunitaria. È stato segnalato in Agenda alla p. 35: Segreteria Generale della CEI (ed.), Lievito di fraternità. Sussidio sui rinnovamento dei Clero a partire dalla formazione permanente, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2016. È sorprendente come a partire dalle sollecitazioni di Papa Francesco ai confratelli diocesani venga richiesto, con delle differenze secondarie e non sostanziali, quanto ci continua a chiedere il cammino della Congregazione e dell’lspettoria da alcuni anni a questa parte. Il cammino del primato di Dio e della sequela Christi nella Chiesa è esigente per tutti e non vi sono scappatoie o ripieghi che tengono.

 

  1. Richiesta di un supplemento di passione e di pazienza…

Chiedo alle comunità, ai confratelli e almeno ai consigli della CEP, un supplemento di passione e di pazienza per un lavoro che è necessario per la pastorale della nostra Ispettoria. Prima dell’approvazione definitiva il 14 maggio p.v. da parte del Consiglio ispettoriale, sarà inviata l’ultima bozza del PEPS ispettoriale, risultato di un consistente iter di redazione: sono già state recepite osservazioni di alcuni Consiglieri ispettoriali, dei delegati/responsabili di animazione dei vari settori e della Consulta di PC, di confratelli e di laici, raccolte e integrate nel testo dal delegato e dall’equipe PC. Il confronto con i Direttori (5 marzo c.a.) è stato piuttosto dialettico ma fruttuoso, tale da richiedere il mio intervento chiarificatore che riporto in questa lettera per tutti. Gli interventi sono stati del seguente tenore: le comunità sono già assorbite da tante cose e non reggono il peso di un lavoro di riflessione di questo tipo; conviene attendere il prossimo Capitolo ispettoriale per la discussione e l’approvazione; il testo si presenta ancora incompleto in alcune parti; il termine di promulgazione del 24 maggio p.v. sembra immediato ed è improbabile che ci si arrivi a tempo. Dal mio punto di vista, ho richiamato il lavoro svolto dalla seconda parte del Direttorio ispettoriale (2016), previo al PEPS, l’iter di redazione abbastanza prolungato con interventi qualificati, come ad esempio quello di Don Miguel Angel Garcia con l’equipe di PG. Ho fatto anche presente l’esigenza di non appesantire i lavori del prossimo Capitolo (settembre 2018 – aprile 2019) che sarà assorbito dalla verifica del CG27 e dal tema del CG 28 e, come è naturale che sia, vorrà soffermarsi precipuamente sulla situazione dell’Ispettoria nei suoi vari aspetti. Il Consiglio ispettoriale ha acconsentito a questa soluzione di procedere “mentre il ferro è caldo’’, fermo restando che il Capitolo ispettoriale potrà comunque prenderlo in considerazione e apportare tutte le variazioni che riterrà opportune. Ricordo che il PEPS ispettoriale non è una cosa in più da fare o una impresa inutile; più che un documento in più, si tratta della condivisione di un orizzonte educativo- pastorale; lungi dall’esser presi dal complesso d’inferiorità nei confronti di quasi tutte le Ispettorie che ne sono dotate, come anche di pensarlo come un’imposizione dall’alto, esso è uno strumento operativo per ripensare in concreto e riesprimere efficacemente la nostra missione in mezzo ai giovani d’oggi nel contesto della nostra Ispettoria. Ritengo che sia anche un modo per concretizzare l’esperienza del Sinodo dei giovani per i salesiani di Sicilia e Tunisia.

A tale scopo, ci diamo questo ritmo di lavoro:

  • (20 marzo) invio ai direttori della quarta bozza del PEPS per il coinvolgimento della CEP o almeno del Consiglio della CEP e per conoscenza, al Dicastero di PG;
  • elaborazione di osservazioni, correzioni e proposte da far pervenire entro il 20 aprile p.v.;
  • approvazione in Consiglio Ispettoriale (14 maggio);
  • presentazione e la diffusione del PEPS Ispettoriale ai confratelli e ai laici on line sul sito ispettoriale (24 maggio).

Vi invito, quindi, a prevedere una o due mezze giornate di lavoro in comune dopo la previa lettura personale per far pervenire i contributi di tutti o del maggior numero o almeno di quanti desiderassero.

«Glorioso San Giuseppe, sposo di Maria, estendi anche a noi la tua protezione paterna, tu che sei capace di rendere possibili le più impossibili delle cose.
Guarda alle nostre presenti necessità, rivolgi i tuoi occhi di padre su ciò che preme ai tuoi figli.
Aiutaci e prendi sotto la tua amorevole protezione le questioni così importanti che ti affidiamo, in modo che il loro esito favorevole sia per la Gloria di Dio e per il bene di noi
che affettuosamente ti seguiamo»…Amen!

Catania, 19 marzo 2018

don Giuseppe Ruta

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