Catania Ispettoria

Lettera dell’Ispettore 30 dicembre 2018

«Buon anno! Scambiarsi gli auguri significa darsi, gli uni gli altri, un segno della speranza che ci anima e ci invita a credere nella vita» (PAPA FRANCESCO).

 

Carissimi tutti,

con questa lettera, l’ultima di quest’anno 2018, desidero rilanciare il messaggio offerto all’inizio della II sessione del Capitolo ispettoriale 30°, il 27 dicembre scorso, e darvi alcune informazioni di famiglia, date in anteprima ai Confratelli partecipanti al Capitolo, affinché possano raggiungere tutti e possano essere condivise con tutti, nessuno escluso.

Ma è giusto premettere un invito in ordine di importanza. A tutti voi è giunto il Commento alla Strenna del Rettor Maggiore per l’anno 2019, sul tema:

«Perché la mia gioia sia in voi» (Gv 15,11) LA SANTITÀ ANCHE PER TE

È un appello, a partire dall’Esortazione apostolica Gaudete et exultate di Papa Francesco, all’interiorità apostolica, a riprendere in mano la nostra vita per farne un dono a Dio e agli altri. Spero che singolarmente e comunitariamente ne facciamo oggetto di meditazione e di impegno nella quotidianità.

Introduzione alla II Sessione del CI30°

Ho introdotto i lavori della II sessione del nostro Capitolo ispettoriale abbinando le prime battute del Documento finale del Sinodo dei Vescovi su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale e un’espressione di Papa Francesco che penso diano il “la” per il nostro cammino di questi mesi:

«“Su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni” (At 2,17; cfr. Gl 3,1). È l’esperienza che abbiamo fatto in questo Sinodo, camminando insieme e ponendoci in ascolto della voce dello Spirito. Egli ci ha stupito con la ricchezza dei suoi doni, ci ha colmato del suo coraggio e della sua forza per portare al mondo la speranza. […] La presenza dei giovani ha segnato una novità: attraverso di loro è risuonata nel Sinodo la voce di tutta una generazione » (n.1).

«Nel libro dell’Apocalisse (21,5) c’è questa frase: “E Colui che sedeva sul trono disse: ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Dio quindi è Colui che rinnova sempre, perché Lui è sempre nuovo: Dio è giovane! Dio è l’Eterno che non ha tempo, ma è capace di rinnovare, ringiovanirsi continuamente e ringiovanire tutto. Le caratteristiche più peculiari dei giovani sono anche le Sue. È giovane perché “fa nuove tutte le cose” e ama le novità; perché stupisce e ama lo stupore; perché sa sognare e ha desiderio dei nostri sogni; perché è forte ed entusiasta; perché costruisce relazioni e chiede a noi di fare altrettanto, è social. Penso all’immagine di un giovane e vedo che anche lui ha la possibilità di essere “eterno”, mettendo in gioco tutta la sua purezza, la sua creatività, il suo coraggio, la sua energia, accompagnato dai sogni e dalla saggezza degli anziani. È un ciclo che si chiude, che crea una nuova continuità e mi ricorda l’immagine dell’eternità».

In questi giorni ho dato una lettura ai documenti pervenuti al CI30, segno di appartenenza e corresponsabilità. Sono rimasto colpito dalla profezia dei giovani che mi auguro continui a risuonare nella nostra Assemblea capitolare e nei nostri cuori: il lavoro dei giovani confratelli (frutto del Campus, Tabor Sant’Alfio, 1-2 settembre), il saluto di Walter all’inizio della I Sessione e le risposte dei giovani delle nostre Opere al questionario (cfr. relazione riassuntiva curata dall’Equipe di PG) mi hanno davvero impressionato per la vastità, la ricchezza propulsiva e la profondità. Sono questi germi di speranza e di futuro.

Ho apprezzato anche il lavoro delle nostre comunità SDB e delle comunità educativo-pastorali, con l’unico rammarico che non tutte hanno fatto pervenire il loro contributo di riflessione e condivisione.

In questa II Sessione avremo modo di recuperare con il confronto schietto e sereno sul tema del CG28, sui tre nuclei e sugli aspetti della nostra vita ispettoriale che non vanno visti separati ma nell’unica ottica della missione salesiana. Avremo la possibilità di rilanciare nella vita quotidiana quanto è rimasto in sordina, di soffiare sulla cenere per ravvivare il fuoco che c’è sotto.

Durante una delle visite alle comunità sono rimasto profondamente colpito da quanto mi ha detto un decano della nostra Ispettoria. Avrei voluto riprendere con una telecamera l’espressione del volto, il tono della voce e le sue parole forti e vibranti: “Se io fossi al tuo posto, rifonderei la comunità ispettoriale a partire dai giovani confratelli; con loro darei un volto nuovo alla nostra Ispettoria”. È questo un appello per me in questi mesi del mio servizio, ma molto di più per colui che il Signore sceglierà a prendere il testimone, alla guida dell’Ispettoria. Per lui ho cominciato a pregare da tempo, mentre metto tutto il mio impegno per portare avanti fino alla fine il compito che non ho scelto ma che mi è stato affidato.

Questo sogno del vegliardo si abbina molto bene alla profezia dei nostri giovani: su questi segni dello Spirito sarà possibile costruire insieme la novità del futuro. Non piangeremo più per il tramonto di una vecchia Ispettoria che non c’è più, ma ci rallegreremo per il rifiorire di una nuova Ispettoria segnata a fuoco dallo Spirito che purifica e rinnova.

È stato questo l’augurio che si fa preghiera e che affido al Signore Gesù, per l’intercessione di Maria e Giuseppe in questa festa così semplice e coinvolgente. È questo l’augurio al termine dell’anno e all’inizio del nuovo, perché ognuno di noi e tutti insieme possiamo proseguire il cammino della vita.

In Comunità Proposta a Catania Salette, vi sono cinque giovani: Fabio, Marco, Simone, Vittorio, Walter. Nel Noviziato di Genzano: c’è Ignazio. Nel Post-noviziato di Roma San Tarcisio: vi sono sei giovani confratelli: Alfio, Danilo, Emanuele, Giuseppe, Orazio e Vito. In tirocinio o per lo studio della lingua ve ne sono otto: Alessio (Catania Barriera), Antonio (Alcamo), Godwin (Lione, Francia), Jacques (Palermo Gesù Adolescente), Patrick (Manouba), Rocco (Messina Giostra), Stefano (Palermo Santa Chiara), Tonino (Palermo Gesù Adolescente). Presso la Comunità San Tommaso vi sono ben 25 confratelli studenti di teologia di cui 6 membri della ISI: di quarto anno: Alberto (ISI), Frantz e Robenson (HAI). Da aggiungere: Dario (ISI) che risiede presso la Comunità Proposta della Salette; di terzo anno: Francis e Timothy (IND), Jerry (HAI) e Marco (ISI); di secondo anno: Antonio, Henriques e Victorino (ANG), Drood-Guy (HAI), Gabriele, Martin e Andrea (ISI); di primo anno: Luis Angel (ECU), Cristóvão, Joaquim e Kiesse (ANG), Thierry e Samuel (AGL), Philemon, Daniel e John (AFE), Jacques (ANT), Jean-Paul (AFC).

Lungo l’anno 2019, a Dio piacendo, nell’anniversario dei 140 anni della venuta dei Salesiani in Sicilia vi saranno rinnovi di professioni e professioni perpetue, istituzione dei ministeri del lettorato e dell’accolitato e ordinazioni diaconali e presbiterali. Nello SriLanka l’8 dicembre è stato ordinato sacerdote Antony e il prossimo 5 gennaio sarà ordinato Harsha: entrambi sono stati tre anni nella nostra Ispettoria presso il “San Tommaso”. Ricordiamoli tutti nella preghiera e nello spirito di famiglia che ci caratterizza. La nostra Congregazione è ricca di doni di Dio e anche la nostra Ispettoria: Deo gratias et Mariae.

Termino, augurandovi buona fine dell’anno 2018 e buon inizio 2019! Con ogni probabilità l’1 gennaio mattino sarò a Zafferana per celebrare l’Eucaristia insieme alle famiglie della zona etnea colpita dal terremoto che sono ospitati all’Emmaus. Porterò il vostro saluto e il vostro augurio…

Posso darvi un suggerimento? Vi invito in questi giorni a trovare un momento di preghiera personale, una breve pausa di silenzio per riconsegnare a Dio la nostra vita con le sue gioie e le sue speranze, i suoi affanni e i suoi desideri, chiedendo per noi e per tutti la gioia semplice della famiglia di Nazareth, guidati dalle parole ispirate del Santo Papa Paolo VI:

«Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto» (PAOLO VI, Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964).

In comunione di preghiera con Don Bosco sempre

Catania, 30 dicembre 2018

Festa della Santa Famiglia