Catania Cibali

Laboratorio di giornalismo all’Istituto S. Francesco di Sales

Le impressioni di una giovane studentessa-reporter

Pubblichiamo l’articolo edito dal “Quotidiano di Sicilia”, nell’edizione del 22 marzo 2019, riguardante una iniziativa dell’Istituto Salesiano “San Francesco di Sales” di Catania Cibali.


L’istituto San Francesco di Sales è una scuola di antiche tradizioni che ha, tuttavia, sempre tenuto il passo con i tempi. Io sono diventata una studentessa del liceo classico di questo istituto solo a partire dal Gennaio di quest’anno, dal momento che avevo iniziato la mia avventura di liceale presso un’altra scuola. Quando ho iniziato a frequentare i Salesiani, al di là dell’ambiente cortese e comprensivo che ho subito apprezzato, ho capito che il mio nuovo liceo, sebbene giustamente segua le regole della tradizione, è all’avanguardia nell’insegnamento: l’apprendimento è facilitato, invero, da numerosi laboratori, dove studenti e professori mettono in pratica le nozioni apprese nel corso degli studi, attraverso le tecniche più efficienti. Inoltre, accanto ai laboratori che corrispondono alle materie di insegnamento, assai interessanti sono il laboratorio di teatro e quello di robotica.

Nel mio corso di studi, proprio a partire da quest’anno scolastico, c’è la materia “Scienze della Comunicazione”, per la quale è sorto il laboratorio di Comunicazione. Questo studio, che, in buona sostanza, spiega agli studenti uno dei principi cardini della società moderna, ha come insegnante Don Giuseppe Costa e, sotto il profilo squisitamente tecnico, il professore Alfredo Petralia. Il relativo laboratorio è costituito da una grande aula, nella quale ogni studente può disporre di un’ampia scrivania, di un computer fisso collegato online ad una stampante. L’ampiezza della scrivania agevola la consultazione di libri e documenti necessari per la compilazione degli articoli. In altre parole, in quel laboratorio sembra proprio di trovarsi nella redazione di un giornale e gli studenti, quasi per alchimia, diventano, o meglio si sentono, dei provetti giornalisti.

D’altra parte, per fare bene una cosa bisogna crederci, anche se crederci può sembrare un po’ presuntuoso e, forse, un po’ sciocco. Ma tant’è! Sia io che i miei compagni magnificamente ci sentiamo dei giovani reporter d’assalto, affamati di notizie da divulgare al più presto. Don Costa, probabilmente consapevole del nostro entusiasmo, ci ha spesso raccontato della necessità che la notizia che vogliamo riportare deve essere onesta, cioè una notizia vera, ma narrata con onestà. Sul punto mi è capitato di parlare con mio zio, che di professione fa il giornalista, il quale anche lui mi ha ribadito la necessità dell’onestà intellettuale che deve impregnare il racconto del giornalista, proprio perché riportare le notizie costituisce davvero, non solo un privilegio per il giornalista, ma anche un obbligo morale.

La comunicazione deve, infatti, essere schietta e sincera e se ad essa si accompagnano ragionamenti ed opinioni personali, quest’ultimi non possono travisare il senso e la portata dei fatti che si vogliono comunicare. 

Di più! Il vero giornalista non deve comunicare solo i fatti che decide di comunicare, nel senso che non può fare una selezione degli stessi, ma deve comunicare tutti i fatti di cui è venuto a conoscenza, cioè deve offrire alla collettività la conoscenza più ampia possibile di tutto ciò che accade nella società, lasciando poi al lettore la libertà di dare un peso ai fatti stessi e di formarsi autonomamente un proprio coinvolgimento personale. Per questi motivi l’insegnamento di questa materia mi ha coinvolto emotivamente, al punto da farmi fantasticare come mio possibile futuro il mondo della comunicazione.

Maria Flores Panvini