Semmai dovessimo pensare a uno dei più grandi frontman che hanno guidato la musica rock nell’ultimo secolo uno dei primi nomi che ci verrebbe in mente è sicuramente Kurt Cobain, uomo tanto affascinante quanto complicato, e, probabilmente, un uomo totalmente incompreso.
Frontman dei Nirvana fece un sacco di canzoni che ottennero un enorme successo, fra queste vi è “Smells like Teen Spirit” una canzone in cui il cantante racconta se stesso, che però, poi, ammise di odiare per il grande successo che aveva ottenuto. Kurt era un uomo “appesantito” dalla vita, come se sentisse un enorme peso su di lui, un peso che in qualche modo l’avrebbe schiacciato.
Brunori Sas, cantautore italiano, ha dedicato una canzone a Kurt, dal titolo “Kurt Cobain” essa inizia dicendo «Vivere è come volare, ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere» e, in qualche modo, credo sia esattamente ciò che ha sperimentato il vero Kurt Cobain; il peso che portava dentro di sé lo ha portato a non poter “spiccare il volo”, a sentirsi una semplice “scatola vuota”. Questa canzone parla anche di come il successo possa cambiare le persone, di come «ciò che c’è oltre le stelle» possa portarti a sentirti l’ultima ruota del carro. La seconda strofa della canzone di Brunori Sas inizia paragonando il vivere al nuotare e continua affermando come spesso ci sia una piccola voce interiore, che chiama a vedere fino in fondo ciò che si ha dentro, visitando sè stessi poiché «il senso profondo di tutte le cose lo puoi trovare solo guardandoti in fondo»
Spesso guardiamo le persone che conosciamo con una prospettiva sbagliata, basandoci, probabilmente, su delle cose che ci hanno raccontato persone esterne o, ancora peggio, su delle “voci” che ci sono giunte; in realtà non è così, quando conosciamo una persona è come se davanti a noi si presentasse una porta, dobbiamo decidere noi se aprire questa porta o no, e di conseguenza dobbiamo decidere noi se conoscere una persona o meno. Inoltre, spesso, tendiamo a farci influenzare dalle idee altrui, tendiamo a creare un’idea di una determinata persona che poi si rivela essere totalmente differente, non sappiamo cosa abbia vissuto in passato, e non sappiamo cosa stia vivendo adesso, non sappiamo niente, rimaniamo semplicemente fermi nel nostro limite mentale, inconsci che ogni persona che incontriamo porta dei pesi non visibili sempre a tutti. Forse dovremmo chiederci più spesso se “dietro alle stelle” in realtà non ci sia un buio enorme, è proprio vero che si può essere circondati da tante persone e sentirsi comunque soli; anche se si è “famosi” o “di moda” ci si può sentire soli, stiamo in piedi in su un piedistallo fatto di carta.
Pillola di Fede: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). Gesù è la porta, è il mezzo con cui il posso accedere al recinto; non è il recinto, non mi costringe, è la porta dalla quale io posso liberamente entrare e uscire. L’ho detto e lo ripeto: È come se davanti a noi si presentasse una porta, dobbiamo decidere noi se aprire questa porta o no, e di conseguenza dobbiamo decidere noi se conoscere una persona o meno.
Giuseppe D’Urso – Marsala