“Tutto cominciò con un’Ave Maria”, racconta don Bosco quell’8 dicembre 1841 in cui la Provvidenza gli indicò l’Opera che doveva costruire per la salvezza di tante giovani anime.
Nella stessa maniera, ma recitata da 300 persone provenienti da tutto il mondo, è cominciato mercoledì 28 settembre a Torino-Valdocco, cuore carismatico della Congregazione, il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. Fino al 2 ottobre, a gruppi di 5 partecipanti giunti in rappresentanza di tutte le Ispettorie e Visitatorie della Congregazione, insieme ad un colorato gruppo di giovani in rappresentanza di tutti i coetanei sparsi per il mondo, abbiamo potuto incontrare e ascoltare don Miguel Ángel García, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana e promotore del Congresso, don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile, e numerose altre personalità che ci hanno condotti all’origine dell’Opera di don Bosco e proiettati al futuro della missione salesiana. L’invito a riprendere la Dottrina sociale Cristiana e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e di Sviluppo Sostenibile è stato il cuore del Convegno, perché “la Famiglia Salesiana ha qui un orizzonte molto ampio per le opere e i servizi sociali”, come sottolineato dal card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga SDB nella sua preziosa relazione. Tra i contributi stimolanti di figure professionalmente autorevoli, con la possibilità di partecipare a scelta tra 9 minicorsi e 7 laboratori di Buone Prassi, è difficile riassumere in modo esauriente tutto quello che è accaduto in 5 giornate di intenso lavoro; e in tanto cuore salesiano, non sono mancati anche momenti di profonda commozione.
Nelle conclusioni di don Miguel Ángel García, che condivideremo man mano con tutti i componenti della nostra Ispettoria, è stato segnato l’avvio di un lungo processo che individua proposte di azione per le nostre Opere a livello locale, ispettoriale, nazionale, regionale e di Congregazione. Punto imprescindibile è il servizio a favore degli ultimi, evidenziato come priorità della Congregazione: “Tale opzione preferenziale dà forma alla nostra vocazione e senso alla nostra missione salesiana”, ha indicato il Rettor Maggiore, chiarendo che non si tratta di “archeologia carismatica”.
Si è giunti alla conclusione che abbiamo un tesoro straordinario, che siamo “esperti” nell’immaginare una carità pastorale per i giovani, una “carità pedagogica” con caratteristiche molto originali e suggestive. Siamo portatori di qualcosa di formidabile da saper valorizzare, cui credere davvero, vivendo e testimoniando con coraggio. E quel tesoro è Don Bosco, il carisma salesiano, il sogno di un’educazione capace di cambiare il cuore di ogni bambino e giovane perché ha cambiato innanzitutto il nostro.
Abbiamo partecipato in 5 dalla nostra Ispettoria Sicula (Don Giovanni D’Andrea, Ispettore, Don Alberto Anzalone, Delegato di PG, Matteo Rallo, responsabile dell’opera di Camporeale e Letizia Scandurra, Segretario esecutivo del Comitato SxS Sicilia, Suor Angela Galizia FMA), ma il compito è per tutti coloro che fanno parte di questa grande storia, un’isola intera già sulla buona strada per la costruzione di un Sogno capace di dare risposte adeguate ed efficaci in ogni contesto in cui le nostre Opere vivono. Il cammino è solo all’inizio e, come dice spesso il nostro caro Ispettore Don Giovanni D’Andrea, “da soli si arriva prima ma insieme si va lontano”!
Letizia Scandurra