Siamo nati e non moriremo mai più

Buonanotte (Ernia)

Chiedere a qualcuno di ascoltare una canzone penso che sia uno dei gesti più concreti per dire “Ti voglio bene”. Ed è un po’ quello che mi è capitato con questa canzone quando in due momenti differenti due ragazzi mi hanno consigliato di ascoltare uno dei brani del nuovo album di Ernia, e poiché proprio in questa canzone si parla di “sentimenti celati” mi son detto che era proprio il caso di condividere la mia gratitudine a questi due “amici” per avermi pensato scrivendo un articolo. La canzone di Ernia più che una canzone è proprio una poesia, un dialogo tra il cantante e questo figlio/a mai nato. Ora l’argomento è molto delicato e va trattato con rispetto e comprensione avendo in testa che la Chiesa non condanna mai le persone. Nel brano colpisce vedere come Ernia parli con questo bambino, è una persona, c’è, è nei suoi pensieri; anche se non è mai nato è riuscito ad amare quella creatura: «mi sveglierò domani, e tu non ci sarai» ripete il giovane cantautore, ripensando alle scelte fatte, al dolore che ha provato e sta ancora provando. In uno dei tanti significati che si danno sull’Amore quello che più mi piace è quello terminologico che nella parola trova la famosa alfa privativa in cui la a sta per negare una determinata situazione (ad esempio A-sociale; A-patico; A-normale); in questo caso la parola amore significherebbe suppergiù questo: A(non)-more(morte); Amore = Non morte. Amare una persona vorrebbe dire quindi far vivere per sempre quella suddetta persona; ma come si può dire che il bambino nel grembo non sia una persona se già riesco ad amarlo? Le relazioni, quelle belle e profonde, ci fanno proprio entrare in questa logica di non morte; non so se vi è capitato di vivere un lutto in famiglia; è sorprendente vedere come la persona cara che non c’è più continua a vivere dentro di me; ed è appunto l’amore a compiere questo piccolo “miracolo”. In questa canzone sembra esserci tutta la paura che un adolescente/giovane vive quando il mondo inizia a chiedergli delle responsabilità più o meno grandi; il problema è che generalmente l’atteggiamento che più comunemente attuiamo è quello della fuga, della via più semplice: «Perdonami davvero, ma se abbiamo preso questa, è stato anche per non doverci ritrovare ostaggi della stessa» il problema è sempre uno però: ogni realtà ignorata prepara la sua vendetta. Fino a quando posso fuggire, fino a quando la via più facile sarà anche quello migliore? Quando poi si sbatte il muso sulle responsabilità da cui si scappa ecco che ci raggiungono i rimpianti: «Se dovessi ritrovarmi a prendere una decisione, lo terrei perché non vorrei rivederla soffrire». La vita ci porrà sempre scelte più o meno difficili, il problema non sono le scelte da prendere perché quelle sono inevitabili; ma come io ci arrivo a prendere quelle scelte, come mi sto preparando a fare passi importanti.

Pillola di Fede: Nella canzone di Ernia mi colpisce molto come lo stesso autore ripete più volte «Non so esser così forte»; come se questo fosse un problema sua, ma chi si sente davvero forte e in grado di essere fedele alle scelte che la vita gli pone davanti? Alle volte ci sono cose che sembrano più grandi di noi e li hai solo due opzioni; o ti abbandoni alla disperazione senza però risolvere nulla; o ti affidi. Pensa a Gesù poco prima di essere arrestato e crocifisso, ha paura, si esattamente Gesù, il Figlio di Dio, ha paura; una paura che gli fa sudare sangue. È paralizzato da ciò che gli sta per accadere eppure cosa fa? Confida nel suo Padre, si fida; sa che Lui non lo abbandonerà soprattutto nel dolore. Il Buon Dio non ci evita il dolore o le scelte difficili; ma ci accompagna e ci ama sempre tramite qualcun altro, guardati intorno hai tanti “tramiti” che possono aiutarti, non sei solo; e allo stesso sii tu stesso tramite dell’amore di Dio.

Stefano Cortesiano SDB

https://www.youtube.com/watch?v=osuKmCiGy1w