È volta al termine l’esperienza della Scuola di Mondialità 2019 nel cui ultimo incontro è stato affrontato il tema della “salvaguardia della terra”; ma a chi spetta il compito di salvaguardare la terra? Chi deve preoccuparsi per le condizioni attuali in cui verte la nostra, come direbbe Papa Francesco, sorella terra? La risposta ad entrambe le domande è “noi”.
Siamo noi gli artefici di tutto il male che sta patendo la terra e pertanto abbiamo l’obbligo di intervenire e recuperare gli errori fino ad oggi commessi.
La prima cosa che occorre fare è ridurre al minimo indispensabile l’utilizzo di utensili di plastica sia in casa che fuori casa. Come? Ai classici detersivi dai flaconi ingombranti dovremmo preferire quelli con i nuovi eco-pack, che richiedono fino al 70% in meno di plastica per la loro produzione.
In cucina, al posto degli utensili di plastica e silicone, dovremmo prediligere quelli di legno e metallo, dalla durata certamente maggiore. Anche l’organizzazione dei nostri armadi può subire una svolta ecologica, con l’adozione di grucce di legno e scatole di cartone.
Anche fuori casa possiamo rispettare l’ambiente, utilizzando, per quanto riguarda il trasporto di alimenti, contenitori dai molteplici riutilizzi; alla classica “bottiglietta” di plastica dovremmo preferire le borracce riutilizzabili più e più volte.
La riduzione dell’utilizzo di oggetti in plastica deve essere accompagnata anche dal riciclo della stessa. Purtroppo, ancora oggi, solo una bassissima percentuale dei rifiuti in plastica viene riciclata, mentre i restanti sono dispersi dall’uomo nell’ambiente.
Tonnellate di plastica si riversano periodicamente negli oceani con conseguenze pesantissime.
I pesci ingeriscono la plastica, gli stessi pesci che poi ritroviamo sulle nostre tavole; alcuni volatili e le tartarughe marine rimangono spesso incastrati in oggetti di plastica, che possono provocare gravi deformazioni all’animale mal capitato, o, nei casi più gravi, impediscono all’animale di poter nutrirsi o respirare portando così ad una lenta e dolorosa morte.
Durante l’appuntamento della Scuola di Mondialità è stato trattato anche il tema dello “spreco dell’acqua”.
L’acqua è un bene preziosissimo, pare che non tutti ne siano consapevoli, lo dimostrano i dati sempre più preoccupanti relativi alla quantità giornaliera di acqua utilizzata da una persona, nei Paesi più sviluppati, spesso, il quantitativo di acqua consumato da una persona è ben 8 volte maggiore la quantità d’acqua giornaliera necessaria a una persona, quando un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile.
L’acqua non è una risorsa infinita, ma rinnovabile… sregolatezza dell’uomo permettendo.
Se ci mettiamo di impegno, bastano poche attenzioni per contribuire al risparmio dell’acqua: chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci si lava i denti, avviare la lavatrice solo quando il carico è completo, utilizzare l’acqua di cottura delle verdure per innaffiare le piante, controllare se vi sono perdite dalle tubature di casa.
Queste e tante altre piccole accortezze possono fare la differenza, l’importante è che ciascuno di noi faccia di tali accorgimenti uno stile di vita.
La Scuola di Mondialità si è conclusa con l’augurio che tutti noi, grandi e piccini, ci impegniamo a prendere cura della nostra unica sorella Terra, coscienti del fatto che anche l’intervento del singolo, anche e soprattutto in questo momento, può fare la differenza. Come dice lo slogan nato fra i gruppi della Scuola di Mondialità: non si è mai troppo piccoli per fare la differenza!
Francesca Interlandi