Associazione Mercurio di Biancavilla

La ricerca della felicità…con Alfredo Calderoni

Riceviamo e pubblichiamo

Pubblichiamo qui di seguito l’articolo intervista fatta al futuro presbitero dell’Ispettoria Salesiana di Sicilia e Tunisia, l’articolo è stato pubblicato dall’ Associazione Mercurio di Biancavilla.

Ecco qui l’articolo, (link)

È una calda mattinata di maggio mentre leggo la notizia che un biancavillese diventerà sacerdote salesiano, mi viene subito in mente di intervistarlo, per offrire uno stralcio di quello che è l’animo di un giovane che -permettetemelo-, coraggiosamente, offre tutta la sua vita verso quel Dio in cui crede e a cui si affida.
Nella società moderna, del “tutto e subito”, del “non c’è tempo per nulla”, della fretta, dell’usa e getta, un giovane sceglie la coerenza, alla ricerca di una Verità che possa colmare il vuoto interiore di ognuno di noi. 
Contatto così, don Alfredo Calderoni.

1)Alfredo, presentati ai nostri lettori.

Sono un giovane 29enne di Biancavilla. Mi chiamo Alfredo Calderoni e dal settembre del 2009 ho intrapreso il cammino per diventare religioso (tra i Salesiani di don Bosco) e a breve anche sacerdote (13 maggio 2018). Vengo da una famiglia che nella sua normalità mi ha trasmesso tanti valori: il senso del dovere e del sacrificio; il senso di responsabilità; l’accoglienza; il rispetto; il senso religioso ma soprattutto- nella sua semplicità-, mi ha trasmesso e comunicato la fede, senza grandi discorsi ma con la testimonianza della loro vita. Tutti valori che oggi cerco di vivere e di trasmettere ai giovani degli Oratori in cui il Signore, in questi anni, mi ha inviato. Anche perché mi rendo conto che non tutti vengono da una bella esperienza di famiglia, come la mia, dunque mi sforzo ad essere “famiglia” per loro!

2)Una definizione di “vocazione” non solo sacerdotale. Nel mondo di oggi ci vuole coraggio per prendere una decisione “definitiva”?

Vocazione per me è sinonimo di felicità. Il Signore vuole la nostra felicità, quella duratura, non quella effimera, quella superficiale o istantanea ma quella che guarda all’eternità, che colora il nostro futuro! Ecco cos’è e cosa è stata per me questa parola! All’inizio del mio percorso avevo tanto timore, quasi pensavo “così giovane sai già cosa vuoi fare? Sai già quello che il Signore ti chiede?” Ma col tempo ho imparato che “vocazione” è “non sentirsi mai arrivati” nel senso che la vocazione si costruisce giorno dopo giorno. Ogni giorno siamo costretti a “scegliere” cosa fare o non fare e questo può alimentare la nostra felicità – dunque può essere da giovamento alla vocazione che il Signore ha pensato per noi – o allontanarci da essa, a distoglierci. Siamo sempre in cammino, sempre uomini di “partenza” mai “arrivati”: il nostro unico traguardo è la felicità (che per me è Dio)! Questo l’ho imparato dai miei genitori e da tante altre persone (anche sacerdoti e suore felici della loro vita) che mi hanno testimoniato come sia bello, non solo fidarsi di Dio, del suo progetto su di noi, ma affidarsi a Lui anche laddove ci sembra tutto buio. Un segreto per crescere nella vocazione, qualsiasi vocazione? La scelta di una guida spirituale stabile! Perché? Perché vocazione vuol dire anche avere la capacità di rimettersi in gioco sempre, sapendo che Dio scommette su di noi! Sempre! Nonostante le nostre “mancanze”!

3) Puoi raccontarci com’è nata la tua vocazione?

La mia vocazione è nata, -lo ripeto -, prima di tutto in famiglia perché il primo segno della mia vocazione sono i miei genitori, che hanno custodito gelosamente e preziosamente me e dunque anche la mia vocazione. Il Signore si è servito però anche di altri modi per farmi capire il suo progetto su me. In primis l’esperienza sia in Parrocchia (Chiesa Madre), nel gruppo giovani, che come Volontario del Servizio Civile, subito dopo la maturità, presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla dove ho “gustato” la bellezza dello stare in oratorio in mezzo ai ragazzi e non come “battitore libero” (rischio di quando si è animatori) ma come “comunità”. La forza di un Oratorio sta nella comunità e non nel singolo! Le comunità generano vocazioni! Ma l’esperienza più forte e decisiva è stata un’esperienza missionaria in Albania (con i salesiani) dove ho percepito forte la presenza di Dio. Un Dio che ha cambiato radicalmente le mie abitudini, il mio modo di pensare, di agire, di vedere. Quando il Signore ci tocca nell’intimo, stravolge noi e chi ci sta accanto! Lì ho capito che il Signore voleva servirsi di me e non più solo come animatore, mi voleva tutto per Lui. Un misto di sentimenti: emozioni, felicità, gioia ma anche paura! Sempre più mi accorgo che non si tratta della “mia vocazione” ma che Dio, dal momento in cui gli ho detto il mio “Si”, mi ha reso suo strumento. Questo mi sforzo di fare ogni giorno: dirgli “Si, se tu lo vuoi” ed è bello sentire che tanti giovani e tante persone mi accompagnano con la preghiera e mi aiutano ad essere autentico, vero, trasparente e coerente… Dio si serve di loro per farmi crescere!

4)Qual è il ruolo Don Bosco nella tua vita? Durante il tuo cammino hai fatto degli “incontri” particolari che ti hanno cambiato la vita?

Conoscevo don Bosco ma non i Salesiani! Forse fa sorridere ma è la mia esperienza! Frequentando l’oratorio sentivo parlare di lui, vedevo le sue immagini, partecipavo alla sua festa il 31 gennaio ma per me i “salesiani” erano le “suore salesiane”. Dico questo perché conoscevo don Bosco come fondatore degli oratori ma non come uomo di Dio che invece grazie ai Salesiani e al suo Sistema Educativo di prevenzione ha rivoluzionato non solo l’educazione in genere ma i giovani, i cuori di tanti giovani che come me, ad un certo punto della loro vita, si sono così tanto lasciati infiammare il cuore dalla passione educativa, che hanno lasciato tutto per essere, come don Bosco, “padre, maestro e amico” dei giovani. Ho conosciuto i salesiani con la formazione del Servizio Civile e questo mi è bastato come “incontro” che mi ha cambiato radicalmente la vita! Naturalmente c’è sempre un incontro specifico che ci cambia e questo è avvenuto con un salesiano che poi ho scelto nella mia vita come guida spirituale e come confessore! Gli “incontri” che mi hanno cambiato la vita e che tuttora la cambiano sono tutte le volte che dedico del tempo durante la giornata al Signore, alla Celebrazione della Messa o quando mi fermo per la Confessione o per parlare con la mia guida spirituale! Mi ha sempre colpito la frase di don Bosco ai suoi ragazzi: “Io per voi studio, per voi lavoro e per voi sono disposto anche a dare la vita! … mi impegno a viverla ogni giorno!”

5) Un messaggio ai giovani che hanno un sogno.

Ai giovani voglio dire alcuni semplici ma efficaci parole:

  1. Coraggio! (cancellate il verbo “mollare”)
  2. Alzate lo sguardo! (non siete soli!)
  3. Dio custodisce gelosamente voi e i vostri sogni! (Lasciatevi accompagnare)

Ringraziamo di cuore don Alfredo, per averci concesso questa intervista, nella speranza che ognuno di noi possa saper riconoscere quegli “incontri” che ci cambiano, e trovare la strada per la felicità.