Coraggio è una parola che deriva dal latino e che significa avere cuore. Di solito quando si parla di coraggio ci si ricollega immediatamente all’istinto e/o all’intelletto, anziché il cuore. Eppure per essere coraggiosi occorre “avere cuore“; o forse per dirla meglio… occorre “avere a cuore“. Mi piace pensare che il coraggioso è colui che prende a cuore una causa, una persona, e non si lascia fermare da niente e da nessuno.
Fiorella Mannoia in questa canzone parla del peso del coraggio, nel suo testo evidenzia di “sopportare il peso di ogni scelta, il peso di ogni passo, il peso del coraggio”. Diciamoci la verità… decidere di prendere a cuore costa. Non è facile! Richiede impegno, sforzo e sopportazione, appunto. Ecco perché per mantenere le relazioni ci vuole coraggio, ecco perché per educare occorre coraggio; perché se io non prendo a cuore l’altro da me, non potrà servirmi a niente tutta la spavalderia che posseggo.
Ci sono due versi in questa canzone che mi colpiscono molto, sono: “Che non c’è niente di sbagliato in un perdono […] che se non sbaglio non capisco io chi sono”. Che bello che affianco alla parola coraggio compaia la parola perdono! Perché perdonare è il più grande atto di coraggio che io posso fare, perdonare non significa dimenticare; ci sono alcune ferite che sono difficili da rimarginare e che non si possono scordare. Perdonare significa trasformare in dono il dolore ricevuto! Così è anche bello sapere che il coraggio oltre al perdono necessitano della parola ricominciare. Le relazioni non sono mai qualcosa di stabilito e uguale per tutti, mutano da persona a persona. Il vero coraggio è in chi ogni volta ha la forza e la capacità di saper ricominciare, anche quando si sbaglia; d’altronde può sbagliare solo chi osa. Forse dovremmo trovare più coraggio per osare. Riuscire a vivere il coraggio di perdonare e di osare è la vera sfida che ci viene chiesta oggi per poter essere “la voce che può arrivare dove vuole, […] il confine della mia libertà”.
Stefano Cortesiano, sdb
Pillole di fede: La vita di Gesù è piena di atti di coraggio certamente; e la prima immagine che viene in mente parlando del coraggio di Gesù è proprio la Passione. Ma anche alla luce della riflessione fatta qualche rigo più in su… se dovessero chiedermi oggi la presa di coraggio che più mi colpisce di Gesù, risponderei la Resurrezione. Perché ci vuole coraggio a tornare lì dove sei stato tradito, abbandonato, consegnato alla morte. Ma Gesù fa ancora di più, non solo torna, ma torna pieno di amore e di perdono, non demorde nel suo intento; non getta la spugna con i suoi anche se l’hanno abbandonato. Penso che Gesù oggi mi chieda di tornare in quelle relazioni, in quei rapporti che mi hanno ferito ed abbandonato, e di tornarci con la luce della Resurrezione, cioè di una nuova vita basata sul coraggio di perdonare e di ricominciare; basata sul coraggio di amare.