Animazione Missionaria

Arrivo o partenza?

Racconto del Cammino di Santiago

 

Camminare dà la possibilità di osservare con tutti i sensi, che nel quotidiano spesso ignori. Il lento andare li mette in moto, ed è un vero crescendo di intense emozioni. Dopo i primi chilometri, la mente comincia a diventare attenta, il cuore si apre, così ti lasci trasportare a vivere le cose più immaginabili. Tutto ciò è successo anche a me! Dopo il primo giorno, in cui ci si sente ancora legati ai problemi e alle dinamiche lasciate a casa, una voce sembrava dirmi: “Vai piano, osserva chi sei e cosa provi”. Da lì si cambia la vita. I messaggi dal Creato arrivano in maniera travolgente e cominci a conoscere te stesso attraverso essi e attraverso le persone che incontri sul tuo cammino e a stupirti delle meraviglie che ogni giorno si presentano ai tuoi occhi, cominci a vedere e sentire in maniera diversa. Ti rendi conto che nulla avviene per caso. È questa la differenza del cammino di Santiago rispetto le altre esperienze. Qui la Persona, con tutte le sue fragilità sta al centro. Il continuo e lento incontro delle persone, le loro storie, le loro emozioni, i loro dolori, non solo ti fanno da specchio ma, ti permettono di incontrare Lui. Qualcuno lo incontri solo con lo sguardo un saluto e via, qualcuno adegua il suo passo al tuo o tu al suo, chi ti ferma per una informazione e poi ti resta vicino fino al prossimo ostello e così via. Non sei mai solo! C’è sempre qualcuno davanti a te, qualcuno dietro di te e Lui sopra di te! Spesso si formano gruppi di amici che condividono piaceri e dolori, alcuni per brevi tratti altri per percorsi più lunghi, altri non si lasciano più fino alla fine. Ma la fine, dov’è? Alla Basilica di Santiago? Arrivare lì è una grande felicità ma non è l’arrivo, è solo un punto di passaggio. Ecco infatti, la fine non esiste. Finisce una tappa ne inizia un’altra, un’altra salita, un’altra discesa e così via, e come nella vita, la meta è il viaggio. Impari a vivere con l’essenziale, impari a spogliarti della tua corazza, perché con il dolore ai piedi, con un pasto condiviso, con una camera senza intimità cadono tutte le barriere che costruiamo nella vita per proteggerci. Il cammino ti rende ogni giorno più forte. Poi torniamo alla vita di tutti i giorni, ma non potremmo mai essere uguali a prima. Chi più chi meno, si porta a casa un se stesso più autentico.

Agata Bonaccorsi