Quattro dei ragazzi del gruppo formativo “sales” di Ragusa sono partiti per un’esperienza formativa a montagna Gebbia.
Durante la pandemia gli incontri si sono svolti on-line; non avendo la possibilità di confrontarsi dal vivo.
Questa volta, invece, è stato davvero emozionante incontrarsi di nuovo e trascorrere due giorni nella preghiera e nell’amicizia.
Appena arrivati, ci siamo riuniti e presentati agli altri ragazzi degli altri oratori.
L’equipe ha accolto i giovani con una dinamica di conoscenza.
Dopo questo momento, don Alberto ha guidato il momento di preghiera iniziale e ha introdotto il cammino del GrAdo, seguito da un momento di condivisione in gruppi per fasce d’età.
La condivisione riguardava il tema “Tu sei prezioso ai miei occhi”, in relazione al passo del Vangelo dove Zaccheo sale sul sicomoro per vedere il Signore. Gesù non passa avanti. Tra la folla individua proprio Zaccheo; questo cosa vuol dire? La presa di coscienza che si è preziosi così come si è, nel proprio piccolo, in ciò che si fa.
Questa considerazione ci ha fatto riflettere molto, Dio non lascia nessuno indietro, non ci lascia mai soli.
Subito dopo, siamo stati divisi in gruppi per parlare e discutere del Vangelo. Ci sono state delle riflessioni molto profonde e mature.
Dopo la cena, siamo passati ad un momento di fraternità e divertimento, dove si sono divisi in squadre per trovare il “colpevole” di un presunto rapimento organizzato dall’equipe. In seguito è iniziata l’adorazione, uno dei momenti più importanti della giornata, dove tutti noi siamo stati a stretto contatto con Dio.
C’è stata anche la possibilità di confessarsi. Che è una grande opportunità! È importante in questi momenti, avere il cuore libero da ogni peso per dedicarlo tutto a Dio.
La mattina seguente ci siamo svegliati prontamente con delle canzoni, per cominciare con energia la giornata.
Poi, ci siamo riuniti per cantare insieme, ed è stato uno dei momenti più belli del GrAdo, dove si poteva assaporare il vero spirito salesiano.
Il tema affrontato, riguardava la riflessione su un uomo senza gambe né braccia, lasciato solo, senza coraggio e senza la presenza di Dio nella sua vita. Questo trascorre momenti davvero complicati, ma nonostante la sua disabilità, riesce a capire il vero senso della vita, riesce a vedere la sua vita come l’opportunità di lasciare il segno, essere una fonte d’ispirazione per le persone che come lui, affrontano la vita con la disabilità, al fine di riuscire a trovare il proprio sogno da rincorrere.
“Più grande è la lotta, più glorioso è il trionfo”, queste parole sono rimaste impresse.
La dinamica ha coinvolto tutti, la serietà di ognuno, ha fatto sì che, da ognuno potesse emergere maggiore dedizione.
Dopo la Celebrazione Eucaristica, abbiamo pranzato e ci siamo riuniti in cortile per salutarci e darci appuntamento al prossimo incontro dell’11 dicembre c.a.
Nicolò Occhipinti e Giada Carfì