In tempi di forzata permanenza a casa e della conseguente impossibilità a incontrarsi presso il nostro amato Oratorio, anche a San Cataldo si è dato spazio alla creatività al fine di provare a mantenere contatti “con” e “tra” ragazzi, famiglie e membri della Famiglia Salesiana.
È stata questa l’occasione per rispolverare il nostro storico giornalino “Andare oltre” – da qualche anno a riposo – e trasformarlo in un agile “foglio di collegamento” che viene condiviso settimanalmente sui vari gruppi whatsapp, riuscendo così a raggiungere l’intera comunità oratoriana e i membri della Famiglia Salesiana.
Nato in sordina, a mo’ di esperimento, ben presto tale strumento si è arricchito di sempre nuove e diversificate rubriche, frutto della disponibilità di vari membri della comunità che hanno condiviso propri saperi, competenze ed esperienze.
Ogni numero si apre con il saluto/riflessione di un “ospite” (abbiamo finora con gioia ospitato l’Ispettore, l’Ispettrice, Salesiani ed FMA passati da San Cataldo, …) per lasciare poi spazio ad una serie di rubriche, alcune di notizie di famiglia e di attività dei diversi gruppi, altre di riflessione e di spiritualità, di preparazione alla liturgia domenicale, e giungere ai consigli di lettura, alla guida all’ascolto, ai lavoretti, alla ricetta, alla storia…
Tra le tante, ci pare opportuno qui mettere in evidenza due rubriche in particolare:
- “Lo [stra]ordinario”, spazio di condivisione che non è la presentazione di figure di “eroi” – nessuno di coloro che si presentano desidera essere definito come tale – quanto, piuttosto, uno spazio di confronto con “amici” che – salesianamente – vivono, durante questo periodo di emergenza sanitaria, l’ordinario in maniera straordinaria, così come voleva e vuole Don Bosco. Un tema che ben si sposa con la Strenna del Rettor Maggiore per questo anno 2020: “Buoni cristiani e onesti cittadini”.
- “Biografie oratoriane”, rubrica che prenderà avvio proprio questa settimana; alcuni amici oratoriani verranno intervistati telefonicamente e le informazioni così raccolte verranno rielaborate e presentate sotto forma di “profilo biografico”. “Un intreccio di ‘biografie’ di persone – scrive Giandomenico nel presentare la rubrica che sarà da lui curata – che, messe insieme, raccontano del nostro caro Oratorio”; un modo bello e originale per “ricordare”, per conservare nella memoria e, soprattutto, nel cuore storia e persone della San Cataldo “salesiana”.
Volendo condividere con i lettori di questo articolo qualcosa del nostro Oratorio, la scelta più naturale ci sembra quella di presentarvi l’esperienza dei nostri gruppi formativi; tutti i gruppi hanno continuato a portare avanti, sebbene in forma diversa, i propri incontri. Nell’impossibilità di presentare tutte le iniziative, condividiamo con voi l’interessante esperienza del Gruppo “Give me five”.
… per aprire il nostro cuore
Il gruppo “Give me five” (“dammi il cinque”), nasce lo scorso 5 novembre. Il numero 5 come si è visto è molto importante per noi, perché indica il giorno in cui tutto ebbe inizio e l’anno di nascita dei nostri ragazzi, ovvero il 2005.
Un giorno apparentemente normale, ma in realtà molto speciale, perché si è creata questa meravigliosa famiglia: un gruppo composto da 45 ragazzi di primo superiore.
Molti di loro si conoscevano già perché avevano appena concluso il percorso della cresima e altri hanno voluto iniziare questa esperienza insieme a noi, provenienti anche da altre parrocchie.
Fin da subito io, Calogero Giordano e Suor Enza ci siamo messi a lavoro per questi ragazzi che in così poco tempo hanno realizzato tantissime cose per il nostro Oratorio, partecipando all’accademia dell’Immacolata o preparando il carro di carnevale per la sfilata cittadina del 23 febbraio.
Adesso la situazione purtroppo non ci permette di incontrarci fisicamente e continuare il nostro gruppo che si incontrava in Oratorio puntualmente il mercoledì sera, però io e Calogero non riuscivamo a pensare di poter rivedere i nostri ragazzi finita la quarantena, non ci siamo dati per vinti e così abbiamo deciso di utilizzare internet in maniera positiva, facendo le videochiamate con loro, anche semplicemente per vedere come stavano e intrattenerli gradevolmente spezzando la monotonia del momento.
Però ci siamo anche detti che forse era giusto donare a questi ragazzi in un periodo così brutto anche delle emozioni e delle testimonianze; così abbiamo invitato degli ospiti ogni mercoledì sera che interagissero con i nostri ragazzi raccontando la loro storia, permettendo loro di riflettere di più su alcuni aspetti positivi e negativi della vita e fargli capire che questo periodo poi non era così brutto da affrontare.
Il primo ospite invitato è stata proprio Marisa Croce, una donna così speciale che ha regalato tante emozioni ai nostri ragazzi. Lei frequenta il nostro Oratorio ed è catechista.
Marisa è malata di sclerosi multipla e al momento sta facendo una cura sperimentale che spera possa bloccare la malattia. Ha raccontato la sua storia emozionando e toccando il cuore di ogni singolo ragazzo. Questa sua testimonianza ha dato tantissima forza e ci ha fatto amare la vita per quella che è, nonostante a volte ci mette davanti a dei brutti ostacoli, ma lei con la sua dolcezza e determinazione ci ha tranquillizzato, perché ci ha mostrato come Dio, la fede, la famiglia, la fanno andare avanti combattendo tutte queste brutte battaglie.
Il secondo ospite è stato Giacomo Giurato, innamorato della gioia e della vita, anche se da anni combatte contro il cancro, uno dei più rari. Giacomo però non si è mai abbattuto a questa notizia, anzi ha opposto una resistenza insolita, cercando in ogni modo di sconfiggere questo male facendo di se un clown proprio come Patch Adams, provando a regalare un sorriso a tutte le persone che lo circondano e aiutando tutti coloro che vedeva in difficoltà.
Proprio per questo i ragazzi hanno voluto fargli una piccola sorpresa, presentandosi in videochiamata con il nasino rosso, per strappare anche a lui un sorriso.
L’ultimo “ospite” – proprio mercoledì scorso – è stato Don Alberto Anzalone originario di San Cataldo proprio come noi. Il Don, tra le tante esperienze della sua vita, ne ha raccontato una particolarmente significativa: la vocazione avvenuta a seguito di un incidente. Anche questo ha suscitato molto interesse nei nostri giovani che hanno posto molte domande.
Questi tre ospiti, come dicevo, hanno toccato i cuori dei nostri ragazzi, esperienze che porteremo nei nostri cuori e ricorderemo, a maggior ragione in questo periodo, a causa di questa brutta situazione che purtroppo non ci permette di incontrarci, di abbracciarci, di ridere e scherzare, come eravamo soliti fare.
Però nonostante questo internet ci permette di rimanere in contatto fra di noi e continuare il nostro percorso di crescita formativa uniti, avendo nuove testimonianze e ospiti che ci permetteranno di aprire il nostro cuore, riuscendo a vedere la vita anche attraverso i loro occhi.
Luciano Arcarese
Cooperatore salesiano