Palermo Ranchibile

Gli studenti del Don Bosco incontrano i carcerati dell’Ucciardone di Palermo

Occasione speciale per condividere parole ed emozioni forti

– E lo sai perché Dio ha dato all’uomo una vita più lunga di quella degli animali?

– No, non ci ho mai pensato.

– Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L’uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un’altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.

(Nicolai Lilin, Educazione siberiana)

 


22 gennaio 2019, data indimenticabile. Uso questo termine perché non ci sarebbero altri modi per esprimere ciò che questo incontro ci ha dato: stupore, bellezza, gioia. E un momento ricco di ciò non può che essere ricordato, giorno dopo giorno. Il 22 gennaio gli studenti dei quarti anni del Don Bosco Ranchibile si sono recati in sala video per assistere a un incontro, forse l’incontro più speciale che la scuola poteva offrici, quello con ex-tossicodipendenti e carcerati dell’Ucciardone di Palermo.

Non pensavamo minimamente che da un carcere, da una delle strutture più grigie quasi emarginate di una città potesse sorgere nei volti e nell’animo nostro, una tale serenità e gioia al suono di quelle parole ed emozioni trasmesse da quegli uomini speciali. Ognuno di loro aveva qualcosa da raccontare. Parlare della propria vita non è mai facile, sopratutto se questa é stata fonte di dolore e tristezza. Ma nel momento in cui la vergogna passa in secondo piano e si da spazio alle proprie emozioni, allora questo diventa uno dei gesti più belli che si possano compiere per qualcuno. E proprio loro, quelli che per alcuni possono essere considerati gli scarti della società , quegli esseri che sono stati in grado solo di provocare del male, hanno preso dal loro cuore il loro dolore e ce l’hanno raccontato.

Come può mai un uomo che per primo ha odiato se stesso e poi recato sofferenza agli altri, emozionarsi alla vista di ragazzi curiosi e attenti alle sue parole? Ci hanno raccontato che il dolore nel tempo li ha trasformati e tutto ciò che sembrava l’unico modo per raggiungere la tanto attesa felicità li ha solo resi ancora più schiavi di quel mondo, che ancora oggi a volte sperano di non rivivere mai più. La sete di denaro, le rapine, le droghe, piano piano li hanno resi , come hanno detto loro stessi, insensibili, neutrali come corpo senza anima. Ma la luce in fondo al tunnel non scompare mai, siamo noi che a volte non la vediamo, oscurati dal nostro stesso dolore. Ma loro ce l’hanno fatta, chi più, chi meno, chi ancora con qualche affanno, ma erano lì comunque, davanti a noi, a vivere attimi di cui avevano solo bisogno, attimi in cui si sono sentiti amati, desiderati e ascoltati, e forse é proprio questo cio di cui l’uomo ha bisogno: amare se stesso incondizionatamente ed emozionarsi alla bellezza che l’umanità ha da offrirci.

Claudia Lo Cascio

IV SC A