In questa seconda e ultima parte dell’intervista concessa ad ANS, don Rossano Sala, SDB, Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui giovani, illustra alcune proposte del Documento finale e getta uno sguardo d’insieme sulla partecipazione e il contributo della Famiglia Salesiana.
Quali contributi nuovi possiamo trovare nel Documento finale? E specialmente, nell’ambito della comunicazione e delle reti sociali?
Nel Documento finale ci sono molte cose che vengono rilanciate e tante proposte nuove. La più importante per me è al n. 161, dove si propone che ogni realtà ecclesiale possa accogliere dei giovani per un certo periodo e accompagnarli in vista di un discernimento, garantendo: una vita fraterna gioiosa e sobria, una missione apostolica forte e una proposta di spiritualità solida. Se riuscissimo, come Salesiani, a prendere sul serio solo questa iniziativa in ogni Ispettoria sarebbe qualcosa di grande.
Il tema della comunicazione digitale è considerato dai Padri sinodali come una delle tre sfide cruciali, insieme ai migranti e agli abusi (cfr. nn. 21-24). I numeri 145-146 chiedono un rinnovato slancio missionario in quest’ambito: vorrei sottolineare, oltre alla proposta di istituire organismi per l’evangelizzazione digitale, la proposta di istituire sistemi di certificazione dei siti cattolici: tale proposta viene incontro ad una lamentela di proporzioni gigantesche, che riguarda una forte mancanza di etica nei media. Siamo chiamati a discernere ancora meglio “perché” e “come” essere presenti nei media digitali.
La Famiglia Salesiana ha partecipato ampiamente al Sinodo. Quanto c’è di Salesiano nelle conclusioni?
La Famiglia Salesiana si è distinta al Sinodo per competenza, passione e simpatia. Tanti temi della nostra spiritualità sono stati messi all’ordine del giorno e in tre abbiamo collaborato direttamente nel lavoro di redazione del Documento finale. Tutto il Sinodo ha tanto di salesiano e il Documento finale lo riflette in tanti modi. Sostanzialmente per noi Figli spirituali di Don Bosco questo Sinodo rappresenta quasi un “Capitolo generale sui generis” fatto da tutta la Chiesa per il bene dei giovani. Penso che il nostro prossimo Capitolo Generale, che si svolgerà nel 2020, avrà molto lavoro in un certo senso già fatto dal cammino ecclesiale di questi ultimi anni. In questo modo avremo modo di approfondire le cose, non dovendo partire da troppo lontano.
Cosa direbbe Don Bosco di questo Sinodo?
Domenica 28 ottobre, durante la celebrazione conclusiva nella Basilica di San Pietro, ho guardato più volte la statua di Don Bosco. Mi sono commosso varie volte pensando a lui, alle sue immense fatiche per essere fedele a Dio, alla sua passione per tutti i giovani, al suo coraggio apostolico senza confini, alla sua capacità di coinvolgere tanti. Immagino che Don Bosco sia felice di questo Sinodo: felice perché la Chiesa ha attestato di avere a cuore i giovani, ovvero il motivo profondo della sua vita e della missione salesiana; felice perché alcuni dei suoi Figli spirituali, a nome di tutti, hanno contribuito a tutto questo.