Abbiamo vissuto proprio ieri quella che è la festa delle feste per i cristiani, la Pasqua. E in questa settimana mi son chiesto cosa sia la Pasqua veramente, oltre a quello che il mondo esterno mi propone; coniglietti, uova di cioccolato etc.
Ho trovato nelle parole di Benedetto XVI, durante l’omelia della notte di Pasqua un bellissimo spunto di riflessione: “Nel racconto della creazione, nella Veglia pasquale, troviamo scritto: “Dio disse: «Sia la luce!» (Gen 1,3).
Il racconto della creazione, in modo simbolico, inizia con la creazione della luce. Il sole e la luna vengono creati solo nel quarto giorno.
Che cosa intende dire con ciò il racconto della creazione? La luce rende possibile la vita. Rende possibile l’incontro. Rende possibile la comunicazione. Rende possibile la conoscenza, l’accesso alla realtà, alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso”. Una grande importanza si da alla luce anche nella liturgia, infatti si assiste all’accensione del cero pasquale e di tutta la chiesa che prima della veglia è al buio.
Oggi questa canzone mi ha aiutato tanto ad entrare nella logica di quanto si è detto. Jovanotti non fa altro che ripetere un verbo in tutta questa canzone, che nel titolo contiene la parola notte, “Vedo”. Sembra quasi un paradosso perché si sa che la notte è il momento in cui si vede meno.
Penso che tutti abbiano fatto l’esperienza “esaltante” di entrare una stanza al buio, la prima cosa che si fa e cercare l’interruttore della luce, e se malauguratamente esso dovesse trovarsi dall’altra parte della stanza inizia l’avventura di attraversare la camera senza urtare niente, e in quel momento sembra che ogni cosa ci fa paura, anche lo spigolo più infingardo del comodino. Ma ecco che quando si riesce a trovare l’interruttore ed a fare luce nella stanza, quello che prima ci spaventava perché non riuscivamo a vedere non è così terribili come ci aspettavamo.
La luce ci aiuta a vedere, ma ancora di più ci aiuta ad affrontare le cose che, al buio, ci fanno paura. Gesù viene nel mondo per portare la luce, e sconfigge, più di qualunque supereroe, le tenebre del male. Ma non solo… Egli porta la luce ma rende me una lampada della sua luce. Egli mi rende lampada per quelli che si trovano nel buio, alla ricerca di questo benedetto interruttore. E quando finalmente le tenebre fanno spazio al sole che sorge ed ogni cosa è illuminata davvero non si sente più il bisogno di soffrire.
Ma per aspettare l’alba occorre vivere e vegliare nella notte, vivere la propria passione! Per tutti c’è la notte, cambia il modo il cui “io” sto nella notte; d’altronde “il trapezista mentre vola, non ci pensa mica a come va a finire” pensa che sta volando!
Non pensare come andrà a finire pensa soltanto che ogni cosa è e sarà illuminata e non sentirai più il bisogno di soffrire. Ecco cos’è la Pasqua, è illuminare ogni cosa della propria vita! Fai in modo che alla fine tu veramente possa dire “ogni cosa è illuminata
Stefano Cortesiano, sdb
Pillola di fede: Matteo 5,14-16
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.