Catania Ispettoria

Lettera n.45 del sig. Ispettore

Riflessione all'inizio della stagione estiva

«Nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato» (TERESA BENEDETTA DELLA CROCE – EDITH STEIN, Verborgenes Leben und Epiphanie, GW XI, 145, in Gaudete et exultate, n.8).

Carissimi Confratelli,

 

all’inizio della stagione estiva, vi propongo una riflessione che spero possa ritornarvi utile, appena abbozzata nella conclusione della verifica annuale. Desidero anche darvi alcune informazioni e vi ricordo alcuni appuntamenti di famiglia.

 

  1. Rallegratevi ed esultate

 

Qualche giorno fa, un confratello mi confidava: «Di fronte a quanto capita nel mondo, nella Chiesa e in Congregazione, come anche nella nostra Ispettoria, come si fa a guardare avanti e a sperare? Vedo tutto nero…». Forse è questa la sensazione di tanti di noi almeno in alcuni momenti più bui e siamo convinti che non ci sia molto da rallegrarsi, umanamente parlando. Ma se proviamo a uscire da questa sensazione e a guardare l’orizzonte più ampio della storia attuale con tutte le sue luci e le sue ombre, troveremo che c’è ancora speranza nel mondo. Anche nel nostro piccolo mondo.

L’esortazione apostolica Gaudete et exultate (GeE) in un tempo critico e difficile qual è il nostro, è uno spiraglio di luce nella notte, risonanza di Evangelii gaudium che costituisce la magna charta del pontificato di Papa Francesco. Egli proclama, guardando realisticamente la Chiesa e l’intero pianeta, che c’è qualcosa di nuovo che irrompe continuamente: «La santità è il volto più bello della Chiesa. Ma anche fuori della Chiesa Cattolica…» (n.9). L’irruzione del Dio “tre volte santo” (cfr. Is 6,3; Ap 4,8), il Dio della tenerezza e della misericordia – il Papa ne è certo – contagia l’umanità e l’universo e supera ogni forma di male e di morte (cfr. 1Pt 1,13-16; Lv 19,2).

Richiamando il Concilio Vaticano II (LG nn. 39-41; n. 50; cfr. n. 11) e soprattutto le due esortazioni di Paolo VI Evangelii nuntiandi e Gaudete in Domino (cfr. GeE, n.130) e la Novo millennio ineunte di Giovanni Paolo II (cfr. n. 31), Papa Francesco, cosciente del momento storico difficile che stiamo attraversando, è convinto della forza propulsiva del Vangelo della gioia: «In mezzo a questa voragine attuale, il Vangelo risuona nuovamente per offrirci una vita diversa, più sana e più felice» (n.109). Gaudete et exultate nutre «l’umile obiettivo» di «far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità» (n.2) per tutti, nessuno escluso, e si augura che «tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità» (n.177). La santità non è un lusso, né un sovrappiù, ma la condizione fondamentale per vivere la vita in pienezza ed esperimentare la gioia di vivere, nonostante tutto.

Ho riletto due volte il documento pontificio per intero, ricavandone una piccola delusione e una grande soddisfazione. Sono rimasto in qualche modo deluso, e forse anche qualcuno di voi lo è rimasto, perché non si trova alcuna traccia esplicita di salesianità (nessun accenno a Don Bosco, neppure al n. 126, e nessuna menzione ai Santi della Famiglia Salesiana, tranne una sola per San Francesco di Sales al n. 16, nota 15). Ma a ben vedere quest’ultima esortazione apostolica di Papa Francesco ci offre la grande opportunità di una rilettura tutta salesiana che riesce a soddisfarci e a verificare in profondità la nostra vita.

Mi limito ad alcuni spunti che vi propongo, lasciando che ciascuno possa trovarne altri e approfondirli adeguatamente.

Tutti ricordiamo la rinomata predica in tre punti di Don Bosco riportata nell’opera da lui scritta Vita di Domenico Savio che sorprese e affascinò questo adolescente più di tutti: «Dio vuole che ci facciamo santi; è facile farsi santi; un gran premio è preparato per chi si fa santo». Questo appello rivolto al mondo giovanile trova riscontro nel documento pontificio dall’inizio alla fine (cfr. GeE, nn. 1-2, 14… 175). I tre punti sono presenti e pervadono il testo come il filrouge che accomuna l’intenzionalità pastorale di Papa Francesco e quella educativa di Don Bosco.

Ancora: come non accostare l’espressione di Léon Bloy «non c’è che una tristezza, […] quella di non essere santi» (cfr. GeE n.34) alla più conosciuta negli ambienti salesiani propria di Domenico Savio, quasi una redditio del discepolo alla traditio del maestro: «Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri»? L’allievo più conosciuto di Don Bosco esprime in positivo quanto il letterato francese esprime in negativo.

Questa vocazione fondamentale chiama in causa l’unica e fondamentale rivelazione del Dio che ci precede, ci supera e ci sorprende (cfr. GeE, nn. 41, 112, 125) che costituisce la fonte primigenia e il cuore pulsante del Sistema Preventivo, radicato nel messaggio giovanneo del Dio che ama tanto e per primo (cfr. Gv 3,16 e 1Gv 4,19) e nel richiamo continuo e insistente alla misericordia da parte dell’attuale Papa, exallievo salesiano d.o.c. Sta in questo nucleo genetico il criterio per capire se si è autentici figli del Padre, la misura di trasformazione e di maturazione della propria esistenza, l’architrave che sorregge la vita della Chiesa e, in definitiva, la chiave del cielo (cfr. n. 105).

Alla santità come Grazia di Dio corrisponde la docilità e l’umiltà dell’uomo e della donna che aderiscono al disegno di Dio che vuole fare di ciascuno e ciascuna un “capolavoro”. L’umiltà espressa da Madre Teresa (cfr. GeE n. 107) era avvertita anche da Don Bosco il quale provava intensa commozione nel costatare alla fine della vita che cosa il Signore e la Vergine SS. Ausiliatrice erano riusciti a realizzare in un uomo di condizione così umile.

È interessante notare che nella tradizione salesiana come nell’esortazione apostolica la santità non è appannaggio di pochi e non è la sindrome dell’eroe solitario.  La santità è frutto d’ambiente, è un fattore di comunità (cfr. GeE, nn. 140-142) e una realtà ecclesiale riflesso del mistero trinitario. Lo spirito di Valdocco è questione di atmosfera che contagia nella santità. Dai Savio, Magone e Besucco ai giovani oratoriani polacchi martirizzati a Dresda nel 1942.

Inoltre, come voleva don Bosco, la santità non consiste in effetti spettacolari o speciali, ma nelle cose ordinarie fatte straordinariamente. La spiritualità del quotidiano che si propone ai giovani e che intendiamo vivere noi stessi è quella dei piccoli particolari come afferma il Papa (cfr. GeE, nn. 144-145, 148, 169), che si radica nell’unione con Dio (cfr. GeE,  nn.147-157) e che affronta le vicissitudini della vita, anche quelle più cruente, secondo la logica del vangelo della croce (cfr. GeE, nn. 174-175), con quel sano realismo che ci permette di affrontare la lotta contro il male e di vivere la vigilanza contro colui che tenta e divide (cfr. GeE, nn. 159-165). Nonostante ciò, coloro che si ispirano al vangelo e al carisma salesiano non si lasciano sopraffare dal male che c’è nel mondo ma sanno confidare nel Dio della gioia e della speranza.

La Famiglia Salesiana è una famiglia di santi, non solo quelli riconosciuti tali dalla Chiesa per l’eroicità dell virtù (si veda la Lettera del Rettor Maggiore del 20 maggio 2018, a conclusione del Secondo Seminario di promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della Famiglia Salesiana) come la Beata Maddalena Morano, i servi di Dio Card. Giuseppe Guarino e Nino Baglieri, ma anche quelli che abbiamo conosciuto e che hanno lasciato nella nostra Ispettoria fino ad oggi un profumo di santità. Si tratta dei santi “di casa nostra” o “della porta accanto” (GeE, nn. 6-9; cfr. 3-5) come Don De Pasquale, Don Giannone, Don Tomaselli… come Don Ercolini, Don Giardina…

Come ci ricorda il Rettor Maggiore nella lettera citata in prossimità del Sinodo, occorre «considerare sia i santi giovani della Famiglia Salesiana, che al di sotto dei 30 anni sono ben 45 – segno del dinamismo dello spirito salesiano incarnato in ragazzi, adolescenti e giovani – sia la giovinezza dei santi come manifestazione dell’agire di Dio nella vita delle persone nei modi più diversi».

E la nostra santità? Non esiste una domanda di riserva. Ecco perché «questa estate possiamo ritagliarci un po’ di tempo e, invocando la forza dello Spirito, alla luce dei nn. 112-177 di Gaudete et exultate, potremo svolgere personalmente, e perché no comunitariamente, un’analisi introspettiva del nostro animo, rendendoci disponibili al recupero e al rilancio delle nostre risorse interiori più belle e promettenti» (Sintesi della Verifica 2017/2018).

  1. La preparazione al Capitolo Ispettoriale

 

Siete stati già informati in merito al Capitolo Ispettoriale 30° in preparazione al CG 28 indetto dal Rettor Maggiore sul tema: Quali salesiani per i giovani d’oggi? Vi ho già invitati a pregare per questo evento che intende innescare un processo di rinnovamento della nostra identità di consacrati e missionari dei giovani. Vi invito a leggere il n. 427 degli “Atti del Consiglio Generale” (maggio 2018) contenente la Lettera del Rettor Maggiore e gli Orientamenti e direttive per la celebrazione del Capitolo ispettoriale e per il CG 28.

Regolatore del prossimo Capitolo Ispettoriale sarà Don Franco Di Natale a cui va il grazie per aver accettato questo impegno che si aggiunge ai tanti che ha.

Membri della Commissione Pre-capitolare sono: Don Antonello Bonasera, Don Carmelo Buccieri, Don Paolo Fichera, Don Enrico Frusteri, Don Domenico Luvarà, Don Salvatore Mangiapane (Lo Sardo), Don Marcello Mazzeo, Don Lillo Montanti, Don Domenico Muscherà, Don Dario Spinella. Anche ad essi va la nostra gratitudine per la disponibilità pronta e generosa.

La Sede, come per il precedente CI, è il “San Tommaso” di Messina.

Le Sessioni saranno tre: 9-10 novembre 2018 (introduttiva), 27-29 dicembre 2018 (intermedia), 29-31 marzo 2019 (conclusiva), 1 maggio 2019: FESTA ISPETTORIALE e chiusura CI 30.

Giorno 24 giugno pomeriggio si terrà la prima riunione della Commissione Precapitolare per fare i preparativi di questo percorso di comunione e di conversione educativo-pastorale. Altri particolari vi saranno notificati in seguito.

 

  1. Informazioni e comunicazioni

 

Il Consigliere Regionale Don Stefano Martoglio in questi ultimi giorni ha comunicato le seguenti nomine:

  • Don Carlo Busana (Coordinatore CISI Collegi e Residenze universitarie: 2018-2021).
  • Don Gianpaolo Roma (Coordinatore Ufficio CISI Animazione Vocazionale: 2018-2021).
  • Don Leonardo Mancini (Direttore e Maestro di Noviziato, Pinerolo: 2018-2021).
  • Don Moreno Filippetto (Coordinatore Ufficio CISI Comunicazione Sociale: 2018-2021).
  • Don Roberto Dal Molin (Direttore della Comunità “San Lorenzo” e del CNOS – CSPG CISI Roma: 2018-2021).

A questi confratelli auguriamo buon lavoro e ringraziamo Don Claudio Belfiore e Don Pietro Migliasso chiamati a svolgere altri servizi in Congregazione e nella ICP. A tutti va il nostro ricordo nella preghiera.

In tutte le nostre Opere si stanno avviando le tante attività estive: non solo il GREST che raggiunge un numero rilevante di ragazzi e mette in moto tante risorse umane come I giovani animatori, ma anche tante altre esperienze contenute nel fascicolo cartaceo e disponibile nel sito Ispettoriale “Estate in movimento 2018”. Segnalo in modo particolare, oltre ai campi per le varie fasce d’età (MGS e PGS), i campi di lavoro (Cammarata, Camporeale, Catania Librino, Catania Plaia, Palermo Santa Chiara, Sant’Alfio Tabor), le esperienze missionarie in Madagascar, Senegal e Tunisia, con l’Harambèe a Torino, il cammino di Santiago e il pellegrinaggio a Roma con l’incontro con Papa Francesco in preparazione al Sinodo. Per gli adulti e le famiglie, invito a prendere visione e a promuovere la partecipazione ai campi ed iniziative dei Salesiani Coooperatori ed Exallievi, e al Campo Famiglia di Montagnagebbia.

Vi è arrivata notizia della professione perpetua di alcuni nostri confratelli appartenenti alle Ispettorie dell’Angola e di Haiti che fanno parte della Comunità di Messina “San Tommaso”. Sottolineo la professione perpetua di Martin Kalwiba che appartiene alla nostra Ispettoria e che ha chiesto di celebrarla in Congo insieme ai compagni di noviziato e ai familiari.

Ricordo l’incontro dei Genitori e familiari sdb a Zafferana (21-22 luglio) di cui vi è pervenuto il programma e le cui prenotazioni sono in corso (entro il 24 giugno). In tale occasione ricorderemo anche Don Antonino Munafò che per tanti anni coordinò questa bella iniziativa di comunione.

Termino richiamando alcuni ragazzi che in questi ultimi giorni direttamente o indirettamente mi hanno fatto pervenire segnali di speranza e di santità. Dai ragazzi di Librino (FMA) che mi hanno manifestato con semplicità il desiderio di farsi santi al termine della celebrazione eucaristica 19 scorso, al gesto di fraternità di Francesco Filippo (13 anni) che ha dato la vita nel tentativo di salvare il fratellino più piccolo Raniero (10 anni) nel rogo di Via dei Mille a Messina, al bambino migrante di origine eritrea, approdato alcuni giorni fa a Pozzallo, dopo aver affrontato un viaggio pieno di pericoli e rischi con il desiderio di dare un futuro alla sua famiglia.  Non nascondo anche il rammarico condiviso con i confratelli di Manouba-Tunis per due ragazzi che si son visti negare il “permesso di entrata” in Italia per il semplice fatto che i genitori hanno un reddito troppo basso. Di fronte a questi segni di speranza e contraccolpi di ingiustizie ingiustificabili, di che mi lamento? Di che ci lamentiamo? Consegniamo al silenzio e alla preghiera il destino dei nostri ragazzi e dei nostri giovani… tutti, nessuno escluso! Senza rassegnarci mai…

 

Catania, 22 giugno 2018

Don Giuseppe Ruta

Ispettore