«Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare. […] Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica. “La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”, affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità» (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2018, 1 novembre 2017).
Carissimi Confratelli,
sollecitato da alcuni confratelli ad avere informazioni riguardanti la vita ispettoriale, vi raggiungo dopo la seduta del Consiglio ispettoriale del 19 febbraio scorso e di ritorno da impegni con la CISI a Roma. Premetto due riflessioni sul cammino quaresimale e sull’iter di preparazione al Sinodo dei Giovani che sarà celebrato dal 3 al 28 ottobre prossimo.
1. Quaresima tempo opportuno…
Il “Mercoledì delle Ceneri” vi è pervenuta la meditazione di Don Nunzio Conte, a cui rinnovo il grazie mio personale e di tutti, nel segno delle parole che riflettono la Parola di Dio che ritma i nostri passi in questa santa Quaresima. La “lieta notizia” trova il suo contrappunto in tanti messaggi ed appelli che riceviamo nella vita quotidiana e in questo preciso momento della storia che viviamo. In tal senso, chiedo di prestare particolare attenzione a quanto il Santo Padre ha affidato alle comunità cristiane e agli uomini di buona volontà, chiedendoci un respiro universale e soprattutto la dilatazione del cuore:
«Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà” (24,12). Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo».
Non è ingiustificata la preoccupazione di Papa Francesco per l’intera umanità, ma soprattutto per noi che, in quanto consacrati nella Chiesa e nel mondo, siamo chiamati a risplendere nel mondo e a riaccendere in noi e negli altri la fiamma della carità verso Colui che ci ha amato per primo (cfr. 1Gv 4,19) e verso i fratelli e le sorelle a cui Egli ci ha inviato, specialmente i giovani più poveri: poveri di tutto, di affetto e di comprensione, di lavoro e di speranza, di opportunità educative e di crescita, poveri di Dio e poveri in umanità.
Vi invito ad incrociare il messaggio del Santo Padre con la rinomata “parabola della zizzania” (cfr. Mt 13,24-30; 36-43). L’intreccio può essere stimolante per prendere coscienza di questo tempo di grazia e per verificare la nostra situazione individuale e comunitaria. Si, anche il progetto di vita personale e il progetto di vita comunitaria.
Ecco alcuni flash:
- Protagonista e antagonista. Se Dio, o il Figlio dell’uomo, semina il grano, il “nemico” semina zizzania: che cosa provoca in noi questo forte e irriducibile contrasto? Ognuno è provocato quotidianamente a prendere posizione per l’uno o per l’altro. Siamo servi dell’uno o dell’altro? Scendiamo a compromesso con il “nemico” e ci adagiamo (ci addormentiamo) di fronte alla sua semina e alla tenacia nello spargere zizzania? Di chi siamo collaboratori nella semina?
- Il campo della semina. È possibile guardare al pianeta e allo scenario del mondo (macrocosmo), ma anche è possibile cogliere semplicemente il nostro cuore (microcosmo) che come terreno può accogliere grano buono, ma anche zizzania. In esso il seme buono e quello cattivo convivono e trovano la possibilità di germinare e maturare… Qual è lo stato della mia anima e del mio cuore, in questo preciso momento della vita?
- Io e gli altri. Generalmente, pensiamo di essere grano buono (figli del Regno) e tendiamo a considerare gli altri zizzania (figli del maligno). Questa tendenza è in noi più o meno latente: quando si fa riferimento ai peccatori nella liturgia e nei discorsi i più feriali, s’intendono sempre gli altri e ci tiriamo fuori dalla cerchia dei “poveri peccatori”? Noi siamo a posto, o meglio ci sentiamo a posto, e se non proprio perfetti con alcuni “nei di bellezza” … non siamo come gli altri, noi farisei non come i pubblicani (cfr. Lc 18, 9-14). Non vi pare che talora sia questo il nostro atteggiamento? Guardiamo a noi o puntiamo il dito sugli altri?
- L’arte divina della pazienza. La mietitura non è data ai servi ma agli angeli, secondo i tempi del seminatore non secondo quelli dei servi mietitori. Dio è il Dio della pazienza e della profondità, noi siamo figli della fretta e della superficialità… Abusiamo della pazienza di Dio, ma siamo incapaci di pazientare con i fratelli… Quanto siamo distanti dall’atteggiamento della “pazienza” di Dio!
Sant’Agostino, commentando la parabola, ammonisce i cristiani del suo tempo e ammonisce anche noi, da me ispettore al più anziano e al più giovane dei confratelli:
«Noi siamo uomini, i mietitori sono gli angeli. Saremo bensì anche noi uguali agli angeli se compiremo la nostra corsa; ma ora, quando ci irritiamo contro i cattivi, siamo ancora uomini. Noi inoltre adesso dobbiamo udire: Perciò, chi si crede di star saldo, stia attento a non cadere. Credete forse, fratelli miei, che la zizzania non possa salire fino alle cattedre episcopali? Credete forse ch’essa sia solo nei ceti inferiori e non in quelli superiori? Volesse il cielo che noi non fossimo zizzania! A me però ben poco o nulla importa che io sia giudicato da voi. Ma io dico alla Carità vostra: “Anche sulle cattedre episcopali c’è il frumento e c’è la zizzania; e tra le varie comunità di fedeli c’è il frumento e c’è la zizzania. I buoni sopportino i cattivi; i cattivi cerchino di cambiarsi e d’imitare i buoni. Cerchiamo tutti, possibilmente, d’appartenere a Dio. Cerchiamo tutti di fuggire, per la sua misericordia, la malizia di questo mondo. Cerchiamo giorni felici, poiché i giorni in cui ci troviamo sono tristi; ma nei giorni tristi evitiamo di bestemmiare affinché possiamo arrivare ai giorni felici» (Discorso 73, 3-4).
Non permettiamo che quanto suggeriamo agli altri, proprio noi non lo mettiamo in pratica. Che non venga in noi meno il coraggio di intraprendere quel cammino di conversione e riconciliazione a cui siamo richiamati continuamente dal Vangelo e dagli echi magisteriali che continuamente riceviamo. Don Bosco ci richiamerebbe subito a ricominciare e a fare una “bella confessione” per attingere alla misericordia e alla tenerezza di Dio, per diventarne i segni sacramentali per i fratelli e le sorelle che incontriamo, a smettere di essere “zizzania” per essere “grano” buono. Noi salesiani non siamo esenti, e non vogliamo esserlo, dal cammino penitenziale delle diocesi e delle comunità cristiane a cui invita il Pontefice nel messaggio della Quaresima di quest’anno:
«Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: “Presso di te è il perdono”. In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale».
Oltre a partecipare al programma della Chiesa locale a cui apparteniamo, perché non proponiamo ai giovani e alla comunità educativo-pastorale di vivere il sacramento della penitenza, in modo adeguato e forte? Questo interrogativo attende una risposta da tutti noi e si rivolge a tutti indistintamente, nessuno escluso. L’Anno della misericordia non è archiviato ma continua anche oggi e per sempre, perché eterna è la sua misericordia (cfr. Sal 135).
2. In cammino con i giovani verso il Sinodo
Condividendo il cammino formativo con i giovani nel solco dell’appartenenza gioiosa alla Chiesa, mi auguro che tutti stiamo seguendo l’iter in preparazione al Sinodo. La rivista “Note di PG” sta offrendo un servizio qualificato e continuo per informare il mondo ecclesiale e salesiano d’Italia. Il numero di gennaio riporta un Dossier interessantissimo sulle Risposte diocesane al questionario del Sinodo. Anche l’“Osservatore Romano” e “Avvenire” riportano i tratti salienti e significativi di questo percorso sinodale. Perché non ne facciamo oggetto di dialogo nelle nostre discussioni e, attraverso l’informazione e l’interessamento, non ci sensibilizziamo a questo tema che sta a cuore a Papa Francesco e a noi, in quanto salesiani?
Tra le varie iniziative e percorsi a livello regionale CESI e diocesano, oltre alle attività che si fanno in ciascun ambiente, raccomando le iniziative ispettoriali in Agenda “Giovani in cammino” e gli appuntamenti della “Comunità proposta allargata”: sono delle opportunità a cui far partecipare i giovani delle nostre Case per approfondire la fede e per essere accompagnati nelle loro importanti scelte di vita.
Approfitto, in tal senso, per comunicare una richiesta ricevuta come salesiani di Sicilia a cui abbiamo aderito prontamente. Don Domenico Luvarà è stato nominato Vicedirettore regionale della PG della CESi dal Vescovo delegato S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli. Giorno 20 c.m. abbiamo ospitato, presso la nostra Sede ispettoriale, l’incontro di un gruppo operativo, presieduto da Don Gaetano Gulotta, direttore PG della CESi, per organizzare l’iter di preparazione al Sinodo dei Giovani e gli eventi ad esso correlati a livello regionale. Mentre ringraziamo S.E. Mons. Fragnelli e l’Episcopato siculo per questo segno di stima nei confronti dei salesiani di Sicilia, auguriamo a Don Domenico un buon lavoro e ci impegniamo ad assicurare quanto serve per un effettivo e significativo servizio dei giovani della Sicilia.