Condividiamo a Lettera del Rettor Maggiore pubblicata da ANS il 23 agosto
Penso che proprio questo sia ciò che ci sta più a cuore: sentire che la nostra vita è piena. È un’aspirazione profondamente umana. In questo senso devo dirvi che sto conoscendo molte persone che vivono e hanno vissuto una vita piena. E ci indicano il cammino della felicità.
Inizio raccontandovi due fatti reali. Penso che, a causa dell’età significativa dei personaggi, meritino attenzione.
In maggio, dopo la suggestiva festa di Maria Ausiliatrice a Torino-Valdocco, ho iniziato la mia visita alle opere salesiane della Croazia. Devo confessarvi che sono stato fortemente colpito dalla solidità delle comunità cristiane che là ho incontrato, molto impressionato dai giovani che ho incontrato, centinaia di giovani di oggi, moderni, iperconnessi, immersi nella rete digitale come tutti i giovani del mondo, ma con una robustezza nel vivere la fede cristiana che è entrata molto profondamente nel mio cuore.
In una delle case salesiane siamo arrivati alle dieci di sera. Nel cortile, siamo stati accolti da una musica di danza regionale caratteristica. Un folto gruppo di bambini, adolescenti, giovani e genitori erano là e ci aspettavano. C’era anche tutta la comunità salesiana e in mezzo a loro vidi un confratello salesiano (non scrivo il suo nome, per non metterlo a disagio) che con i suoi 92 anni, la vecchia talare che sembrava dei tempi di Don Bosco, il volto sorridente e pieno di pace, ballava e cantava con i giovani mentre ci aspettava per darci il benvenuto.
Il giorno dopo ho potuto vedere, in momenti diversi delle varie celebrazioni, che questo nostro fratello novantenne era acclamato dai giovani, che lo applaudivano, lo chiamavano, e lui sorrideva felice in mezzo a loro. E pensavo alla frase di don Bosco: «Io con voi mi trovo bene».
Mi sono detto: ecco un salesiano che ha avuto e ha una vita piena. Non ho detto una vita facile (ha anche dovuto patire la fame e la durezza della Seconda Guerra Mondiale, mi ha raccontato), ma ha avuto una vita piena di significato e piena della felicità dell’essenziale.
«L’anno prossimo in Paradiso»
Pochi giorni prima, alla festa di Valdocco, un altro salesiano di 94 anni era là con me. Vivere la festa di Maria Ausiliatrice a Valdocco è sempre stato un regalo inestimabile per lui, anche se ogni volta, scherzando, afferma: “L’anno prossimo sarò già in paradiso!” Ma anche quest’anno siamo riusciti a celebrare quella splendida giornata insieme. Ebbene, grande fu il mio stupore quando con i suoi 94 anni si offriva più volte per accompagnare salesiani e laici provenienti dall’ Argentina a visitare alcuni dei luoghi più significativi di Torino, come il Santuario della Consolata. Al suo ritorno erano stanchi, specialmente lui, ma per giorni ha condiviso con quella gente la gioia di essere nella casa di Don Bosco e di sapere tutto ciò che significa.
Io continuavo a chiedermi: cos’è che dà questa forza, questa motivazione? La risposta è semplice e logica. Come cantava Bob Dylan: The answer, my friend, is blowin’ in the wind, La risposta, amico, sta soffiando nel vento. Il vento di don Bosco che continua soffiare nel cuore dei Salesiani e gonfia le vele della nostra Famiglia. Il vento di uno Spirito che non cesserà mai di donarci una grande respiro. Nonostante gli anni che passano.
Aggiungo un’ultima testimonianza che penso abbia un forte impatto su tutto il mondo. Papa Francesco a dicembre compirà ottantadue anni, se è nella volontà di Dio. E questo tocca le coscienze del mondo perché la sua scelta è vivere una vita semplice e piena di Vangelo. Moralmente è riconosciuto come l’uomo più influente in questo nostro mondo in questo momento. I suoi messaggi sono carichi di semplicità e di autenticità, un invito forte per coloro che lo desiderano a lasciarsi toccare e invadere dalla forza di Gesù.
Qui sta la pienezza di queste vite e di molte altre.
Quando la forza è l’amore
Si tratta di vite che vogliono vivere nel servizio, nella donazione, nell’Amore.
La vita di milioni e milioni di mamme, papà, nonni e nonne che si sentono completamente soddisfatti di una vita donata. Quando la forza della vita è l’Amore, gli sforzi, i sacrifici, le fatiche, le animazioni tra i giovani durante la notte, o il faticoso errare attraverso la città invece di andare a riposare, non sono pesanti, non costano.
Mi ha colpito e commosso una storia che ha molto a che fare con l’amore o il disagio per i sacrifici. Si dice che in un villaggio africano arrivò un turista occidentale con i suoi abiti da safari e le sue luccicanti macchine fotografiche, e vide una ragazzina decenne, esile e minuta, che portava sulle spalle una bambino cicciottello. Il turista disse alla ragazzina: «Piccola, non ti dà fastidio di portare una carico così pesante?» La bambina, con un grande buon senso e un cuore pieno di amore rispose: «Non è un peso, signore, è mio fratello».
Questa è la chiave di una vita piena, qualunque sia il cammino per cui il Signore ci ha chiamati.
Una vita intessuta d’amore. Così desideriamo sia la nostra.