Il nuovo singolo del gruppo musicale dei DBsons è stato scelto come inno ufficiale del Sinodo Salesiano dei Giovani 2024, arrivando vincitore nella classifica dei partecipanti al contest per la selezione dell’inno a livello mondiale.
Il Sinodo, che si terrà questa estate dall’11 al 16 agosto, presso il Colle Don Bosco, a Castelnuovo Don Bosco, celebra il bicentenario del Sogno dei nove anni.
L’inno ufficiale è stato scelto dal Core Group, o Commissione centrale, composto da giovani provenienti da tutto il mondo.
Un grande risultato per i nostri amici che, con la loro musica, questa volta, ci parlano di un sogno, Il sogno dei nove anni, che Giovannino Bosco fece esattamente duecento anni fa e di cui è parte ciascuno di noi!
I DBsons, gruppo musicale dell’Ispettoria Salesiana Sicula, composto da Don Emanuele Geraci (SDB) e Don Giuseppe Priolo (SBD), nasce dal sogno di questi due giovani talentosi salesiani di parlare di Dio e renderLo presente in mezzo ai giovani, trovando nella musica quella forza comunicativa capace di rendere questo sogno realtà.
La canzone In the shape of your dream è il risultato di una comunione di talenti: il testo è stato composto dal pianista, nonché cooperatore, Angelo Di Chiara, musicato e cantato dai DBsons, insieme alle voci di Chiara Raneri, una studentessa del Conservatorio, Don Walter Paolo Riggio, SDB del Don Bosco Ranchibile di Palermo, e Agnese La Bella, studentessa liceale. Il video ufficiale è stato realizzato grazie alla collaborazione di Don Orazio Moschetti, regista e ideatore del progetto, insieme ad Agnese La Bella.
Ma andiamo a conoscere questa band più da vicino…
DBsons… come nasce questo gruppo? Parlateci un po’ di voi.
– Ciò che si è voluto creare nel tempo, – ci dice Don Emanuele – più che un gruppo, lo definirei “una realtà”: una realtà nata dalla voglia di mettere a frutto un talento ricevuto da Dio, dalla voglia di mettere anche questo dono della musica a servizio dei giovani. Ho trovato fin da subito un compagno in questa avventura, il buon Don Giuseppe.
L’intento è quello di scrivere delle canzoni che parlino di Dio, senza nominarlo esplicitamente, con il preciso obiettivo di poter raggiungere anche quei ragazzi che sono intrisi di pregiudizi, frutto di luoghi comuni, su Dio e la Chiesa. Con il passare del tempo, siamo stati poi coinvolti direttamente dall’incaricato della Pastorale Giovanile Ispettoriale nella realizzazione di anno in anno di un inno sulla tematica pastorale.
Il filo rosso delle varie canzoni ed esperienze fatte negli anni è sicuramente uno, ovvero offrire non solo un prodotto musicale ai giovani, ma farlo con loro: vivere un’esperienza con dei ragazzi (non sempre gli stessi), chesuonano, che cantano, che scrivono arrangiamenti, che collaborano nella redazione del testo, che fanno da attori nella registrazione del videoclip.
Una delle cose in cui crediamo fermamente è che la musica e tutto ciò che le gira intorno sia occasione, per questi ragazzi che vengono coinvolti, di prendere consapevolezza di quel dono che il Signore gli ha fatto, di infondergli il coraggio di osare per metterlo a servizio degli altri, di educare al Bello, di sognare e far sognare gli altri.
La vostra musica ci dice tanto di voi… ma ora parlateci un po’ voi della vostra musica. Come nasce questa canzone?
La canzone – afferma Angelo – nasce dalla voglia di raccontare e testimoniare come il sogno dei nove anni di Don Bosco, a distanza di duecento anni, sia ancora vivo e tangibile nel cuore di tutti i giovani del mondo; anche di quelli che magari non hanno conosciuto o non conoscono Don Bosco, perché per loro, allo stesso modo, può sempre essere possibile una vita “nella forma del sogno” del santo dei giovani.
Nasce, inoltre, da un continuo ricordarci che siamo figli di quel sogno e che ne siamo anche promotori. Un sogno che cantiamo e testimoniamo con le nostre vite, perché possiamo cambiare quelle di chi ci sta attorno, in particolare dei giovani che ci sono affidati in quanto educatori/formatori.
Questo risultato è stato il frutto del lavoro, dell’impegno e della sinergia di tante persone, sia per la realizzazione della canzone che per il video ufficiale che potremo vedere…
Assolutamente sì, – risponde Don Giuseppe – soprattutto perché il percorso di registrazione, sia della canzone che del video, non è stato semplice; abbiamo sperimentato una serie di difficoltà, e a tal proposito Don Bosco diceva: “Nelle opere del Signore il demonio ci mette tosto le corna” (VIII, 368).
Non è stato facile trovare uno studio di registrazione disponibile e raccogliere la somma di denaro richiesta. Le difficoltà nel registrare la melodia della tastiera, una serie di problemi familiari che hanno costellato tutto il percorso, una complicazione con il pulmino che ci doveva portare a Palermo, dove ci ha accolto la pioggia… Insomma, Don Bosco ci ha aiutato a realizzare ogni cosa e posso affermare che abbiamo vinto contro colui che ci ha messo tanti impedimenti, con l’arma della fraternità, della gioia e del voler stare insieme… È proprio vero ciò che diceva Don Bosco: “Il demonio ha paura della gente allegra” (X,648).
Quale emozione avete provato non appena avete saputo che la vostra canzone è stata scelta come inno ufficiale del Sinodo?
Be’, dirlo a parole è difficile – ci confida Don Walter – perché non credo che esse siano ritornate: nel momento in cui abbiamo saputo la notizia della vittoria, ne siamo rimasti senza! Ma scherzi a parte… L’emozione è stata grande! Grande perchè, seppur prevedibile, non era scontato raggiungere questo risultato. Anzi direi un’emozione enorme, perchè questa canzone è riuscita a parlare ai cuori di tanti giovani di tutto il mondo, diversi tra loro per lingua e cultura. Anzi direi un’emozione immensa, perchè da questo momento una cosa bella e importante per noi non sarà più solo nostra. Credo che per un artista non ci sia vittoria più grande di questa.
Avete saputo trasmetterci tutta la bellezza e il fascino che avvolge la figura di Don Bosco e il carisma salesiano attraverso la musica… che valore ha la musica per voi e come si sposa con la scelta di educare i giovani?
Nel corso della storia – spiega Chiara – la musica è stata veicolo di emozioni e di idee, unendo generazioni e persone diverse. Nel mondo della spiritualitá, essa è un mezzo che avvicina il cuore dei fedeli a Dio.
In un momento storico come il nostro, dove spesso i giovani vengono attirati e sedotti dal mondo profano, che ha a che fare con tutto tranne che con Dio, oggi più che mai, la musica, attraverso anche l’utilizzo dei social, può essere un mezzo per portare i giovani a Dio.
In the shape of your dream nasce dall’esigenza di parlare di Don Bosco con uno stile moderno, utilizzando delle sonorità e degli arrangiamenti vicini a quelli che i giovani ascoltano. Essi possono identificarsi in questo tipo di musica, utilizzando essa stessa, inconsciamente, come mezzo di avvicinamento alla storia e al carisma di Don Bosco che porta direttamente a Dio.
Che messaggio volete dare ai giovani che stanno ascoltando la vostra nuova canzone?
Il messaggio che vogliamo dare – afferma Don Emanuele – è che il sogno di Don Bosco è qualcosa di grande, dove c’è spazio per tutti, per ogni stato di vita, per ogni tipologia di impegno nella Chiesa. L’unico requisito richiesto è la disponibilità del proprio cuore a sognare, a rischiare per amore, a offrire il meglio di noi. Solo così daremo, con la nostra vita, forma ad un sogno che continua.
E il videoclip?
Collaborare con DBsons – conclude Don Orazio Moschetti – è stata sicuramente una esperienza fantastica, che ha coinvolto diverse persone. Per questo, ‘in primis’, va un sentito grazie al delegato di CS Don Rocco Tasca, che sin da subito ha incoraggiato la messa in atto della socializzazione di questo meraviglioso inno. Un grazie di vero cuore a Marcello Carini e ai ballerini della sua scuola per aver realizzato la coreografia del videoclip.
Tradurre in immagini e in video l’inno è stato un sogno: dietro ad ogni volto e scena che è stata ripresa si è cercato di rivivere il sogno dei nove anni in chiave odierna.
Il video è stato girato a Palermo in due giornate di un fine settimana di marzo. Tra le scene che riprendono i cantanti, si intreccia la storia di un ragazzo, che rappresenta Giovannino, il quale, non appena fatto un sogno, si sveglia e, giungendo in diversi posti, attraverso una serie di indizi e incontri, riesce a comprendere il senso del suo sogno, cioè quello che è il senso profondo della sua vita, il suo più grande desiderio: educare i ragazzi. Espliciti riferimenti al sogno sono da rintracciare in alcuni origami ritrovati dal ragazzo, che saranno quelli che lo guideranno fino alla comprensione della sua missione. In modo particolare l’ultimo, il pellicano che, riprendendo in ambito cristiano l’idea del sacrificio, indica al ragazzo della storia che la chiave di tutto è il donarsi pienamente e con amore per la salvezza di ogni giovane.
La copertina del video vede un Don Bosco sorridente, seguito da tanti ragazzi, abbracciati dalle righe del testo originale del sogno dei nove anni, scritto da Don Bosco in persona. Parole che trovano concretezza nella stessa immagine. Un sogno che da semplici parole scritte su carta diventa Storia, la storia di ogni ragazzo che si lascia abbracciare dalla figura paterna di Don Bosco, la storia di ciascuno di noi, nella forma del suo sogno.
Agnese La Bella
Una produzione di: 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐒𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐒𝐚𝐥𝐞𝐬𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐒𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢𝐚
Attore protagonista: Antonio Battaglia Ragazza: Liliana Falcone Salesiano Sacerdote: Walter Camilleri Genitori: Gaetano La Bella e Angela Maria Sardina
Regia: Don Orazio Moschetti
Storytelling: Agnese La Bella e Don Orazio Moschetti.
Riprese e Montaggio: Don Orazio Moschetti
Dronista: Adriano La Monica
Logistica: Alice Mattone e Don Emanuele Geraci
Coreografia: Emanuele Guadalupi, Carlotta D’Aiello e Marcello Carini
Corpo di Ballo: Carlotta D’Aiello, Giulia Cracolici, Sofia Bonafede, Edith Barone, Sveva Pagliato, Emanuele Guadalupi.
Make up artist: Floriana Bonura e Rosalia Taormina
Outfit: Floriana Bonura.
Tecnico Teatro: Giuseppe Vitello
Origami: Don Danilo Finocchiaro
Luoghi: – Istituto Don Bosco Ranchibile (Palermo) per il teatro, il cortile e l’ospitalità di tutta la troupe. – Oratorio “Santa Chiara” (Palermo)
A loro va il nostro sincero grazie! Le t-shirt, gentilmente donate, sono state realizzate dalla tipografia Artisicana S.R.L. di Marica Tornabene.
Compositore: Don Emanuele Geraci con la collaborazione di Don Giuseppe Priolo
Testo del Canto: Angelo Di Chiara
Traduzione testo in lingua inglese e spagnolo: Angelo Di Chiara con la collaborazione di Martina Pandolfo
Arrangiamento: Fabio Castorino (Roxy Studio) e Angelo Di Chiara Mix e Mastering: Fabio Castorino (Roxy Studio)
Cantanti: Don Emanuele Geraci, Don Giuseppe Priolo, Chiara Raneri, Don Walter Paolo Riggio e Agnese La Bella.
Un grazie sentito all’ispettoria Salesiana Sicula, nella persona dell’ispettore Don Giovanni D’Andrea, al delegato di CS Don Rocco Tasca per l’incoraggiamento dell’iniziativa, alle Comunità Salesiane, Don Bosco Ranchibile di Palermo, nella persona di Don Domenico Saraniti, e del “San Tommaso” di Messina, nella persona di Don Giuseppe Cassaro, per il supporto fraterno; a Marcello Carini della scuola di ballo “Ensemble Dance Studio” di Palermo per la coreografia. Grazie a Gaetano La Bella e Angela Maria Sardina, che oltre a recitare hanno anche messo a disposizione degli ambienti della propria casa per alcune scene.