“In ogni giovane, anche il più disgraziato, abbi un punto accessibile al bene.”: è stato questo l’insegnamento di don Bosco che ha ispirato il percorso formativo della giornate di spiritualità dell’Associazione Salesiani Cooperatori di Sicilia di quest’anno: un punto – quello, appunto, “accessibile al bene”, su cui può far breccia l’intervento educativo – che, come sapientemente suggeritoci da don Paolo Caltabiano nel corso delle sue – sempre incisive ed interessanti – meditazioni, non va scoperto ed individuato soltanto (come ci avverte il nostro fondatore) nei giovani verso i quali si indirizza principalmente il nostro apostolato salesiano ma, ancor prima, in noi stessi.
Occorre, dunque, tornare a fare memoria e prendere maggior consapevolezza dell’origine della nostra vocazione che, come ricordiamo nella formula della nostra promessa, coincide con l’incontro personale di ciascuno di noi con la persona di Gesù e con l’esperienza del suo Amore incondizionato che ha toccato il nostro cuore e che ci spinge a “riamare facendo del bene” abbracciando con gioia, nella vera libertà (una “libertà per”, una libertà che si fa scelta e dono, come quella vissuta da Maria), il nostro progetto di vita, la proposta di felicità che Gesù stesso ci ha rivolto: vivere nel quotidiano la carità del Buon Pastore.
Sì, perché non c’è apostolato per noi salesiani che non parta dal Cuore, nucleo fondamentale, principio ispiratore e traccia metodologica che impregna e caratterizza tutto il sistema preventivo: solo in quest’ottica si può comprendere la logica (illogica) di un seminatore che non lesina di spargere il suo seme anche su terreni che, ad uno sguardo puramente umano, sembrerebbero non dare speranza di alcun frutto (Mt 13, 1-9, oggetto di una delle meditazioni) e che, invece, non vengono esclusi dall’abbondanza della Sua grazia, indipendentemente da come questa poi venga accolta; è quella logica della gratuità, dell’accoglienza e dell’inclusione che ci interpella, come Salesiani Cooperatori, e ci spinge a osare, ad andare oltre i confini tranquillizzanti delle possibilità (umane) di successo dell’azione apostolica ed a cercare, con creatività, entusiasmo e speranza quel famoso “punto accessibile al bene”.
Questa ricchezza di Parola di Dio, declinata in concreto – grazie alle preziose relazioni di Francesca Dell’Albani e Nino Sammartano – nelle implicazioni pedagogiche che emergono dalle urgenze educative del mondo attuale, è stata arricchita e quasi corroborata dalla condivisione di esperienze di vita (tra le tante, la storia di Ciro, ragazzo “di strada” cui l’oratorio ha cambiato la vita) e di risonanze e riflessioni di cui, nei vari gruppi, ci siamo fatti dono reciproco con quello “stile di famiglia” che è proprio del nostro carisma; risonanze dalle quali è emersa la gioia di aver gustato la bellezza dello stare insieme, apprezzato l’intensità degli affetti vissuti nel Signore in spirito di vera e sincera fraternità, sperimentato ancora una volta l’armonia e la gioia della condivisione con quell’allegria che sgorga dal cuore quando si sa di essere amati; risonanze che, ancora, hanno sottolineato l’esigenza di ripartire dal quotidiano per essere testimoni credibili dei doni preziosi che abbiamo ricevuto, per essere “enzimi che facilitano processi di comunione nei nostri centri e comunità”.
Fondamentale, in queste giornate, lo spazio dedicato al dialogo personale con il Signore; durante i preziosissimi momenti di preghiera ciascuno di noi ha potuto coltivare il silenzio, assaporando il mistero che porta dentro di sé nell’ascolto della Parola che indica il cammino, che infonde fiducia, che ispira entusiasmo.
Un ultimo motivo di gratitudine è stato ancora da più parti sottolineato: la presenza di tante famiglie, giovani e meno giovani, e di tanti bambini, testimonianza viva di un Amore che si trasmette di generazione in generazione.
Scesi dal “monte”, ancora una volta incoraggiati e guidati dalle parole di don Paolo Caltabiano, portiamo con noi, a vantaggio dell’Associazione, della Chiesa, dei giovani e di ogni ambiente nel quale ciascuno di noi si trova a vivere ed operare, alcuni propositi che cercheremo di concretizzare attualizzando il trinomio “allegria, studio, pietà”:
- testimoniare la bellezza della vita con la gioia dono del Risorto;
- fare esperienza di Dio nelle nostre comunità, con la carità, la preghiera ed i sacramenti;
- promuovere itinerari di fede personali e di centro senza aver paura di avanzare proposte forti di fede, consapevoli della centralità della preghiera e della necessità dell’accompagnamento spirituale.
Che il Signore, per intercessione di Maria Ausiliatrice e di don Bosco, sostenga i nostri impegni e non permetta che ci allontaniamo mai dal progetto di vita che ci ha indicato.