Domenica 21 novembre il Rettor Maggiore consegnerà il crocifisso missionario ad alcuni salesiani, che danno vita alla 152° spedizione missionaria. Uno dei missionari è inviato dal Rettor Maggiore per la nostra Casa di Manouba -Tunisi, d. Dieudonné Ramazani dal Congo. Sento di esprimere un sincero grazie a D. Dieudonnè per la generosità a dire Sì nel lasciare la sua terra ed andare in un’altra così che il messaggio di Don Bosco possa riecheggiare anche in Tunisia.
La nostra recente presenza in Tunisia risale al 2013 quando l’allora Rettor Maggiore, D. Pascual Chavez, ci affidò l’opera i giovani ed i laici che li si trovano anche se di fede musulmana. A loro portiamo il messaggio di Don Bosco, formare “Onesti cittadini e buoni “uomini di fede”, perdonate se modifico l’antico detto di Don Bosco ma credo abbiate già compreso il motivo.
In Tunisia siamo presenti con 6 confratelli (1 siciliano, 2 spagnoli , 1 siriano 1 congolese 1 Chad) una comunità internazionale, lingue e culture diverse ma uniti da Cristo e da Don Bosco. Ci occupiamo di due scuole per ragazzi fino a 14 anni, una a Manouba (sobborgo di Tunisi) ed una a Tunisi sono circa 1.800 allievi, svolgiamo attività di oratorio nel fine settimana ed abbino affidata la parrocchia di Hammamet, nota cittadina turistica a 60 Km a sud di Tunisi.
Importante in questa terra di missione il dialogo interreligioso oltre che interculturale. Ma la missione non è solo “all’estero” ci può coinvolgere anche nei nostri luoghi abituali da vivere con “slancio missionario” di chi vuol testimoniare la bontà di Dio con la sua persona, entrando in dialogo con la realtà in cui vive.
Così fece anche Madre Maddalena Morano, una Figlia di Maria Ausiliatrice che dal Piemonte fu inviata in Sicilia a fine ‘800. Fu a Catania, Trecastagni, Alì Terme dove oggi riposa il suo corpo ed è meta di pellegrinaggio. Fu proclamata beata nel 1994, Madre Morano era una maestra elementare ed a questo si dedicò a favore di tante ragazzine povere anche dal punto di vista culturale. Fu anche una fervente catechista, faceva il catechismo alle figlie dei pescatori sulla spiaggia di Alì Terme vicino Messina.
Madre Morano amò la nostra terra e si spese per i giovani e le giovani, pur venendo da un altro luogo e non conoscendo certo il siciliano, ai tempi l’italiano non era parlato con certa frequenza. Auguro a ciascuno di noi di vivere la nostra vita anche secondo la dimensione missionaria che è propria dello stile salesiano che Don Bosco ci insegna, anche se forse non sembra ma la nostra è una Congregazione missionaria presente in 132 nazioni.
Un caro ed affettuoso saluto a tutti.
don Giovanni D’Andrea, Ispettore