Il 18 novembre 2018 presso la Colonia Don Bosco a Catania si tenuta l’Harambée Ispettoriale 2018, quest’anno l’edizione è coincisa con la II Giornata Mondiale per i Poveri, voluta nel 2016 da Papa Francesco a conclusione dell’anno giubilare della Misericordia.
L’evento, che rientra nel programma delle iniziative della Scuola di Mondialità, ha visto la partecipazione di circa 40 persone, che a vario titolo orbitano nel mondo delle missioni e dello sviluppo sostenibile. L’incontro è stato guidato da don Enrico Frusteri, animatore missionario per la Sicilia, coadiuvato dalla splendida equipe di Animazione Missionaria.
Nella prima parte della mattinata è stato dato ampio spazio al racconto dell’esperienze estive proposte dall’Animazione Missionaria e vissute da trentasei volontari, due missioni all’estero (Madagascar e Senegal) e due in Sicilia (Palermo Santa Chiara e Catania Colonia don Bosco), infatti all’incontro erano presenti anche alcuni dei volontari che hanno raccontato la propria esperienza. Dopo il racconto delle esperienze, in particolare quelle all’estero, vi è stato il saluto di don Domenico Luvarà, delegato della Pastorale Giovanile per la Sicilia, il quale ha sottolineato come l’ambito missionario risulti essere attuale in una regione come la nostra sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa, e soprattutto come questo aspetto della mondialità sia presente in molti giovani delle opere salesiane.
La seconda parte della giornata, è stata animata da coloro che hanno vissuto i campi di missione all’estero, e ha visto la condivisione e il confronto in piccoli gruppi delle esperienze missionarie, dando la possibilità ai partecipanti di leggere e dare significato alle proprie motivazioni e sensazioni. La mattinata si è conclusa con la condivisione del pranzo etnico insieme ai ragazzi migranti che vivono presso la struttura di accoglienza.
Nel pomeriggio vi è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Giovanni D’Andrea, Vicario Ispettoriale, che nell’omelia ha sottolineato gli elementi fondamentali che il cristiano, in quanto missionario, è chiamato a vivere quotidianamente. In particolare, ha sottolineato come ciascuno di noi è “chiamato a vivere in pienezza la propria esistenza”. Si è missionari per la vita degli altri… solo se si vive in pienezza! Continua ancora affermando che “l’essere missione” significa avere una predilezione per i poveri, che non sono esclusivamente coloro i quali vivono un disagio economico (in Italia si parla di circa 5,5 milioni di persone in povertà assoluta), ma anche di coloro i quali vivono una povertà sociale, culturale, affettiva, spirituale e morale. Il nostro compito è quello di accostarsi all’altro per favorirne il miglioramento della propria qualità di vita. Perché la povertà non è una colpa o una pena, ma è una condizione dalla quale si può uscire solo se accompagnati.