Don Frusteri “C’è un’autenticità che hai dimenticato, la gente condivide con te parte della loro vita”.
PIAZZA ARMERINA. Esperienza in Senegal per 13 volontari che hanno voluto prendere parte al progetto dell’associazione Don Bosco 2000 denominato “Beteyà Travel”. L’associazione Don Bosco 2000 da quasi due anni ha aperto una sede operativa a Tambacounda, nel cuore del Senegal, per avviare progetti di sviluppo per la popolazione locale e rallentare la migrazione forzata verso l’Europa. Già avviati 3 orti nei quali lavorano giovani senegalesi che sostengono le loro famiglie.
A viaggiare in Senegal non sono solo i dipendenti dell’associazione ma anche gruppi di volontari. L’ultimo gruppo, da poco rientrato in Italia, era composto da 13 volontari della rete salesiana, che per due settimane hanno vissuto a stretto contatto con le famiglie dei villaggi della regione di Tambacounda per svolgere attività di animazione dei bambini e dei giovani. Un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nei viaggiatori.
Don Enrico Frusteri, delegato regionale del Vis, racconta così la sua esperienza: “Prima di intraprendere questo viaggio missionario in Senegal mi sono chiesto diverse volte come mi sarei dovuto comportare con delle persone differenti per cultura e per religione. Il tentativo di dare delle risposte esaustive a questo interrogativo è risultato insufficiente e a tratti inadeguato perché l’Africa ti travolge, ti sconvolge, ti rende come un bambino bisognoso di qualcuno che ti aiuti a crescere. incontri i volti gioiosi di tanti bambini nonostante la miseria, i capi villaggio che sorridono e ti stringono la mano con un’autenticità che hai quasi dimenticato perché oramai condivido le emozioni prevalentemente tramite i social, la savana che ti accoglie con i suoi colori verdeggianti e i suoi profumi, la gente che improvvisa una danza per condividere parte della loro vita con te… e capisci che appartieni ad un mondo sicuramente ricco di materialità, ma povero di spiritualità. Tutto questo è Africa!”.
I volontari hanno seguito gli operatori di Don Bosco 2000 nei villaggi interni del Senegal, luoghi di estrema povertà in cui le famiglie stentano a sopravvivere.
“L’esperienza in Senegal ha sicuramente segnato il mio modo di vedere la realtà – racconta Saverio Ragusa da Palermo – capisci che tutto quello che hai ogni giorno è tanto e che forse sei stato fortunato a nascere in una parte del mondo rispetto ad un’altra. In Senegal mio visto gli aspetti più estremi della povertà, ma spesso queste stesse persone erano felici, basta quindi poco per essere felici e noi occidentali dovremmo sicuramente prendere esempio e capire ciò che conta realmente nella vita”.
Stesse dichiarazioni anche dagli altri viaggiatori volontari che hanno partecipato al progetto in Senegal e cioè Gabriella Moratto, Luigi Leghissa, Federica Caravello, Caterina Napolitano, Ignazio Coniglio, Francesca Giuffrida, Sara Bucchieri, Cinzia Pennino, Sara Avola, Marianna Ferrarella e Valentina Bussono.
Questo progetto, chiamato Betetà Travel, è iniziato con i viaggi degli operatori dell’associazione, che a rotazione hanno visitato il Senegal, e si è aperto ora a tutti i viaggiatori desiderosi di fare un’esperienza unica, accompagnati dalle guide dell’associazione in un viaggio sicuro e con tutti i comfort.
“Conoscere è sempre la base per capire – dichiara il presidente di Don Bosco 2000, Agostino Sella, che ormai fa spola continua tra Piazza Armerina e il Senegal – e quindi abbiamo iniziato questo progetto di viaggi per portare gli italiani in Senegal, per due settimane per fare scoprire non solo le bellezze naturalistiche del paese ma anche i villaggi, la cultura, il cibo, il mondo da cui provengono i migranti che accogliamo nei nostri centri in Sicilia”.
Marta Furnari
(Articolo pubblicato il 22 settembre 2018 su “La Sicilia” edizione di Enna)